Villa Romana di via Rosmini a Trento: ora c’è il tetto, possono iniziare i restauri (è chiusa al pubblico dal 2015)
Da sei anni il cantiere nell'area, adesso la Sovrintendenza spera di poterla aprire al pubblico nel prossimo autunno, poi si penserà alle sale nell’ex Provveditorato (se ci saranno soldi)
TRENTO. La prima buona notizia è che la copertura della Villa Romana di via Rosmini è sostanzialmente finita. «Mancano solo dei piccoli interventi di finitura» spiega il direttore lavori, architetto Claudio Salizzoni. I lavori sono stati eseguiti dalla Dega Costruzioni di Trambileno e avevano scontato ritardi anche per la difficoltà di reperire i materiali (vetro e acciaio) sul mercato.
Seconda buona notizia: la Soprintendenza dei beni culturali della Provincia, diretta da Franco Marzatico, ha approvato il progetto esecutivo dei lavori di restauro conservativo dei resti archeologici, comprensivi anche del mosaici, della Villa Romana.
Il progetto prevede un costo complessivo di 212 mila euro, 152 mila per i lavori principali, ed ha un significato importante: vuol dire che si avvicina l'apertura al pubblico.
Quando, realisticamente? Sulla carta, l'intervento dovrà essere ultimato entro 120 giorni. Ma lo stesso dirigente Marzatico invita alla cautela: «Gli interventi di restauro vanno ultimati entro quattro mesi, ma la variabile che non dipende da noi è la procedura di appalto. Speriamo non ci siano ritardi. Se tutto va bene, confidiamo di finire il restauro entro al fine estate o, al più tardi, ad inizio autunno del prossimo anno. Poi, Villa Romana sarà accessibile al pubblico.
Il cantiere era stata aperto nel 2015, con il doppio obiettivo di restituire alla città un sito di importanza storica e archeologica e di consegnare ai cittadini uno spazio urbano riqualificato. Verso via Rosmini, infatti, sorgerà una piazza.
La terza buona notizia è la Soprintendenza ha già pronto anche il progetto di allestimento (vetrine, pannelli, illuminazione), redatto dall'architetto Roberto Festi.
La quarta è in divenire: progettare l'utilizzo degli spazi dell'edificio adiacente dell'ex Provveditorato, a scopo didattico-espositivo. È di proprietà della Provincia. Ma servono risorse finanziarie per intervenire.