Circonvallazione ferroviaria, il «nodo» delle aree Sloi e Carbochimica, un problema irrisolto
In Consiglio comunale a Trento la discussione sul progetto Tav: dall’annuncio di una «galleria lunghissima» fino a Salorno, alle perplessità sui terreni inquinati
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LA MANOVRA 1,7 miliardi di investimenti, in tutto 4 miliardi e mezzo
IL PROGETTO Entro il 2026 la nuova ferrovia: circonvallazione prioritaria
I CANTIERI Circonvallazione: i dubbi delle associazioni e le risposte del sindaco
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IL NODO Gli scavi nei terreni dell’ex Carbochimica e della ex Sloi
TRENTO. Preoccupazione per il destino delle aree inquinate di Trento Nord e per i disagi che comporteranno ai cittadini i lavori di realizzazione della nuova circonvallazione di Trento, oltre all'impatto ambientale dell'opera e al futuro dei trasporti nel capoluogo. Sono questi, in sintesi, i rilievi emersi nell'ultima seduta consigliare, a cui ha preso parte anche il coordinatore del dibattito pubblico, Andrea Pillon.
Le osservazioni, assieme ad alcune critiche all'amministrazione per le questioni ancora in sospeso, sono state presentate nell'arco di una convocazione dedicata all'infrastruttura ferroviaria che, secondo i progetti, dovrebbe avviare il processo di trasformazione della mobilità nella città di Trento.
Nel corso della seduta sono anche state presentate dall'assessore alla mobilità, Ezio Facchin, alcune delle modifiche che la Giunta comunale intende chiedere al progetto di Rete ferroviaria italiana (Rfi), tra cui la predisposizione delle camere che permetteranno ai treni merci che non si fermeranno a Trento di aggirare la città, proseguendo direttamente il percorso in direzione di Bronzolo, in Alto Adige.
«Come amministrazione - ha detto il sindaco, Franco Ianeselli, nel corso della discussione - abbiamo condiviso in questa aula la necessità di realizzare la circonvallazione ferroviaria, sapendo che abbiamo dei vincoli, tra i quali il mantenimento dello scalo merci di Roccafort e la realizzazione del progetto integrato. Questo comporta la necessità di una stazione vicina al centro storico, per poi procedere all'interramento del Nordus".
"Ora apriamo alla possibilità di evitare che i treni merci non diretti a Trento evitino la città, proprio attraverso i cameroni. Il nostro sforzo ora è diretto verso la realizzazione di un protocollo definitivo con la Provincia di Trento e Rfi, per registrare le nuove esigenze e inserire le modifiche che riteniamo necessarie".
Sulla possibilità di demandare poi alcune decisioni alla Giunta provinciale, Ianeselli è stato netto: «Con la Provincia discutiamo tutti i giorni - ha precisato - e posso affermare che sulla circonvallazione non ci sono, né ci saranno ragioni di dissenso. Non vogliamo fare la parte di chi scarica le decisioni importanti sugli altri: vogliamo prenderci la responsabilità di decidere su un'opera che incide sulla città, accompagnando Trento verso il futuro».
Tra le problematiche segnalate dai consiglieri, Marcello Carli (Rinascimento Trento) ha evidenziato come tutto sia «avvenuto con un'accelerazione inattesa».
«Ragionare assieme di mitigazione del rumore e delle vibrazioni - ha quindi aggiunto - è necessario per un'infrastruttura che punti davvero al miglioramento della qualità della vita dei cittadini». Andrea Maschio (Onda civica) ha invece posto l'accento sul pericolo rappresentanti dai lavori sulle aree inquinate, mentre Giuseppe Urbani (Fratelli d'Italia) ha parlato di «perplessità sull'opera emergenti anche tra i sindaci dei territorio limitrofi a Trento».
La capogruppo della Lega, Bruna Giuliani, ha evidenziato come, a suo dire, si tratti di un'opera «importantissima, che non possiamo farci scappare», mentre il portavoce della maggioranza, Italo Gilmozzi (Pd), difendendo le scelte della Giunta, ha confermato l'apertura al confronto in vista di un miglioramento del progetto.
Le osservazioni emerse dall'aula, al pari di quelle delle sedute del dibattito pubblico, entreranno a fare parte della relazione che Pillon consegnare al proponente dell'opera e alla commissione nazionale sul dibattito pubblico.