Fontane e rubinetti chiusi per contrastare la siccità. Coldiretti: problemi per i vitigni in collina
Vallarsa, il Comune viera di usare l'acqua potabile per irrigazione di giardini, orti, frutteti e campagne ma anche per il lavaggio di stalle, cortili, automezzi od altro a mezzo di gomme
VALLAGARINA. Non piove da troppo tempo e la siccità sta iniziando a preoccupare. Innanzitutto il mondo agricolo e ittico che da giorni stanno con il naso all'insù nella speranza che Giove Pluvio sganci qualcosa.
Bruno Cagol (dell'associazione itticoltori), un paio di settimane fa, avvisava che «abbiamo milioni di pesci in coltivazione che richiedono tanta acqua, senza precipitazioni è a rischio la salute di laghi e fiumi».
Anche Coldiretti sottolinea l'iniziale disidratazione delle coltivazioni di piccoli frutti e dei vitigni in collina.
Al momento, comunque, non si parla ancora di emergenza anche se siamo nei paraggi visto che il cielo, in quest'inverno, ha regalato solo una nevicata il giorno dell'Immacolata e un paio di piogge a inizio gennaio. Le previsioni nel breve periodo, poi, non sono certo ben auguranti. Meteotrentino annuncia possibili scrosci oggi e domani ma poi di nuovo sereno fino a fine febbraio.
Insomma, c'è poco da stare allegri. Qualche Comune, non a caso, ha già preso provvedimenti.
Vallarsa, per esempio, ha vietato l'uso di acqua potabile se non per alimentazione e igiene personale.
L'ordinanza, firmata dal sindaco Luca Costa, parte proprio dalla diminuita portata delle fonti di approvvigionamento idrico che alimentano gli acquedotti comunali e dovuta, ovviamente, alla scarsità di precipitazioni. E così, come prima manovra di contenimento dello spreco dell'oro blu, sono state spente tutte le fontane pubbliche.
Al quale si è aggiunto il divieto di sfruttare la risorsa per altri scopi se non quelli strettamente domestici.
«Ritenuto opportuno dover assicurare alla popolazione il rifornimento di acqua potabile per le necessità fondamentali - si legge nell'ordinanza - e preso atto che la mancanza d'acqua può costituire grave pericolo per la salute e l'igiene pubblica, ordina il divieto assoluto di usare l'acqua potabile per irrigazione di giardini, orti, frutteti e campagne ma anche per il lavaggio di stalle, cortili, automezzi od altro a mezzo di gomme».
Insomma, dai rubinetti si può solo bere o lavarsi.
E per sincerarsi che tutti rispettino l'obbligo, il Comune ha imposto di «rimuovere qualsiasi conduttura da orti e cortili e depositarla all'interno».
Chi sgarra, chiaramente, sarà punito con una multa tra 25 e 500 euro e, in tal senso, la polizia locale è stata già incaricata delle verifiche.
Anche a Isera si corre ai ripari con l'esplicito invito ai residenti a chiudere i rubinetti per evitare sprechi.
«Non piove da oltre due mesi, non c'è neve in montagna, le sorgenti sono in crisi e la rete del Comune non trova sostegno di portata».
Per impedire di lasciare all'asciutto le abitazioni, comunque, Isera attingerà dallo Spino che, al momento, non soffre di scarsità di liquidi.
Se nel caso di Isera l'amministrazione confida di diramare notizie più incoraggianti nel giro di qualche giorno, in Vallarsa si va giù decisi: «L'ordinanza ha durata illimitata o, comunque, fino a revoca a mezzo di analogo provvedimento».