Acquedotti colabrodo: a Trento le perdite sono al 15%, non ci sono problemi, e le fontane rimarranno aperte
Il punto nella conferenza stampa di Palazzo Thun: condotte alimentate da 56 sorgenti e 6 pozzi, in funzione anche una «intelligenza artificiale» per ottimizzare la distribuzione
TRENTO. La situazione della siccità a Trento è attualmente sotto controllo e non si registrano criticità per carenza di acqua nell'acquedotto cittadino. Lo ha detto il sindaco, Franco Ianeselli, oggi nella conferenza stampa dopo la seduta di giunta.
«Grazie agli interventi di manutenzione e all'applicazione di nuove tecnologie, le perdite idriche sono ridotte a meno del 15% (a fronte di una media provinciale del 42% e nazionale del 49%), mentre i consumi tra la popolazione sono calati del 28% in circa 15 anni» ha spiegato l'ingegnere Matteo Frisinghelli, di Novareti Spa.
A quanto riferito, l'acquedotto di Trento, la cui parte più antica (nel tratto tra Villazzano e piazza del Duomo) risale al 1700, è alimentato da 56 sorgenti e sei pozzi, che garantiscono un afflusso di un metro cubo al secondo.
L'impiego e la pressione dell'acqua nelle tubature, è tuttavia adeguata alla richiesta, in modo da evitare al minimo le perdite e le dispersioni.
«Da qualche anno, utilizziamo l'intelligenza artificiale per prevedere i consumi e garantire le forniture, controllando e variando la pressione nelle tubature in modo tale da ridurre le perdite», ha detto Frisinghelli, che ha annunciato anche l'istallazione di una turbina nell'acquedotto del fondovalle per produrre energia a partire dal 2023.
Le fontane della città di Trento rimarranno aperte, con una diminuzione del flusso. «Data la situazione, raccomandiamo comunque un uso consapevole e moderato di una risorse importante come l'acqua», ha concluso il sindaco di Trento, Franco Ianeselli.