La libreria Benigni chiusa dopo 83 anni: serrande abbassate in via Belenzani, addio a un pezzo di storia
Venne fondata da Arturo Benigni nell'ormai lontano 1923, con la sede in via Santa Croce, all'angolo con piazza Fiera. Poi, quaranta anni fa, nel 1982, il trasferimento in via Belenzani, all'inizio della strada, a due passi dalla fontana del Nettuno in uno spazio che prima era occupato dalle Paoline
TRENTO. Un pezzo di storia della città ha chiuso i battenti. Lo si sapeva, non è stata una sorpresa, ma vedere da qualche giorno quella serranda abbassata in via Belenzani con il cartello "chiuso" rappresenta un pugno al cuore per tanti trentini. La libreria Benigni, dopo 83 anni di attività, non accoglie più i propri clienti. Che fossero adulti o anziani, bambini o adolescenti, turisti o cittadini, la storica libreria ha saputo essere un punto di riferimento per tantissime persone.
E la storia di quegli spazi è anche la bella storia delle sorelle Benigni, Daria, Pia (scomparsa ormai nove anni fa) e Maria, 85 anni, un vero mito della città, e prima ancora della loro famiglia. La libreria venne fondata da Arturo Benigni nell'ormai lontano 1923, con la sede in via Santa Croce, all'angolo con piazza Fiera. Poi, quaranta anni fa, nel 1982, il trasferimento in via Belenzani, all'inizio della strada, a due passi dalla fontana del Nettuno in uno spazio che prima era occupato dalle Paoline.
La signora Maria per 71 anni ha dispensato sorrisi e consigli a chiunque entrasse da quella porta. Ha promosso la cultura e la lettura, ha spiegato che i libri sono come degli amici. Ha anche visto la città cambiare, così come è cambiato il modo di leggere, con l'avvento del digitale, e di comprare i libri, con l'avvento e la concorrenza delle grandi catene. Ma lei, nel suo piccolo ma bellissimo negozio indipendente, ha saputo tenere duro e resistere a tutto questo, con la passione e l'amore per un mestiere che non è semplice commercio, che non è solamente la vendita di un prodotto.
«Sì, in un certo senso la nostra è una vocazione - aveva detto Maria Benigni all'Adige qualche anno fa -. Del resto abbiamo dedicato tutta la nostra vita ai libri ed è stato un piacere farlo. Come dicevamo sempre con mia sorella Pia, lavorare come libraie non è altro che suggerire ai lettori di fare buon uso di ciò che il Padreterno ci ha dato e di farlo con spirito critico».
La signora Maria fino a qualche giorno fa era attiva, come sempre, dietro il bancone. Per portare avanti il suo sogno: far tornare le persone a leggere, farle appassionare e innamorare dei libri, che restano una linfa fondamentale per la mente di ognuno di noi. «I libri e la lettura sono sempre più preziosi oggigiorno, perché ci consentono di regalarci momenti caratterizzati da ritmi umani. Quando si passa del tempo con un libro non c'è spazio per la fretta. Il problema è che pare che la gente abbia sempre meno voglia, o tempo di leggere. E che sempre più persone questa voglia non l'abbiano mai avuta. È un vero peccato, come lo è preferire i "bottoni", i tasti, gli schermi alla lettura. La tecnologia penso debba aiutare a migliorarci l'esistenza, non a togliere spazio alle buone e piacevoli abitudini».
Pillole di saggezza, insegnamenti che non vanno persi neanche ora che quella serranda è abbassata. Perché finché ci sarà voglia di cultura, di apprendimento, di curiosità, allora esisteranno le librerie dove tutto questo è a disposizione su dei fogli di carta rilegati.
«Cerco sempre qualcosa d'interessante e di utile da proporre ai miei lettori - aveva spiegato ancora Maria Benigni in un'intervista -. Sarà che sono cresciuta in mezzo ai libri, ma sono convinta che la lettura possa essere un grandissimo aiuto. Solo leggendo possiamo conoscere il pensiero degli altri e metterlo a confronto con il nostro. E solo considerando anche le idee degli altri saremo in grado di costruire una società migliore». La lettura, quindi, per stimolare il pensiero critico. Oggi, in via Belenzani, quello spirito critico non lo si potrà più comprare. Ma, se lo si vuole, le soluzioni e le possibilità non mancano.