Bypass ferroviario: 18 edifici da abbattere in San Martino, solo 2 trovano l'accordo con le Ferrovie
Italferr è convinta: a primavera via agli abbattimenti, secondo il funzionario «non ci sarà bisogno di arrivare all’esproprio forzoso». E chi è in affitto? «Ogni contratto decade automaticamente»
TRENTO. Due proprietari hanno già firmato l'accordo e venduto i loro appartamenti a Italferr-Rfi, con gli altri la trattativa è avviata e potrebbe chiudersi entro pochi giorni. Dopo lo shock di un anno fa, quando hanno saputo che le loro case erano destinate all'abbattimento perché intercettate dal tracciato della circonvallazione ferroviaria, la ventina di proprietari delle case interessate, tra via Malvasia e via Brennero, sarebbero per la maggior parte orientati a trovare un accordo.
Diverso il discorso per gli inquilini, privati, aziende e liberi professionisti, che saranno costretti a subire le decisioni altrui; alcuni di loro preannunciano comunque battaglia contro gli sfratti in arrivo.
Claudio Bortolotti è il mediatore incaricato dal Comune di facilitare il dialogo e la ricerca di un accordo tra Italferr e proprietari. A che punto siamo?
«Le cose si sono sviluppate abbastanza velocemente nei primi mesi e ci sono stati numerosi incontri, con quasi tutti i proprietari. Nella zona di San Martino praticamente tutti. Con un buon numero, diciamo il 70%, è stato praticamente raggiunto un accordo sulla cifra. Poi le cose si sono un po' fermate in attesa dell'approvazione del progetto, che da aprile è slitttato ad agosto. Italferr non se l'è sentita di andare avanti con le trattative quando c'era ancora un margine di incertezza. Ha aspettato che fosse approvato il progetto e non ci fossero più dubbi. Adesso i contatti sono ripresi. La settimana scorsa sono stati visti due proprietari e questa settimana c'è la firma di un altro accordo.
Il 20 e 21 mi risulta che dovrebbero essere programmati una serie di incontri con quasi tutti coloro con i quali è stato raggiunto un accordo sulla cifra. Poi nel giro di 15-20 giorni si potranno chiudere la maggior parte delle situazioni per quanto riguarda San Martino».
Ci sono altre situazioni complicate? «A nord di Sloi e Carbochimica è previsto l'abbattimento completo di un capannone e quello parziale di altri due, oltre all'occupazione di terreni privati. In realtà si sta cercando di ridurre le occupazioni per cercare di impattare meno sulle realtà artigianali e industriali presenti, Si sta studiando uno spostamento di qualche metro. In alcuni casi si sacrificheranno solo zone dietro ai capannoni adibite a parcheggio. Lì comunque i tempi di intervento dovrebbero essere più lontani».
Lei ha partecipato attivamente alle trattative coi residenti in San Martino? «Si, io cerco di far presenti i problemi e mettere in luce i pregi e i punti di forza degli immobili espropriati per vedere che ci sia una valutazione congrua».
Il consigliere comunale Andrea Maschio ha presentato un'interrogazione in cui sostiene che per chi non troverà un accordo e sceglierà l'esproprio forzoso ci saranno tempi lunghi, essendo necessario un progetto definitivo per procedere. Le risulta? «Attualmente è una trattativa consensuale, non un esproprio forzoso. Io credo che quasi tutti aderiranno a questa procedura, anche perché è conveniente. Se poi qualcuno non ci sta per questioni di principio la procedura è quella dell'esproprio forzoso, ma non occorre aspettare il progetto definitivo, basta quello appena approvato. Eventualmente ci saranno in tribunale tempi più lunghi, ma non credo ci sarà qualcuno che si incatenerà».
Che tempi prevede per la chiusura della partita? «Il timing previsto è fine marzo 2023, poi la zona di San Martino sarà il primo cantiere della circonvallazione».
E chi occupa spazi abitativi o commerciali in locazione, che fine farà? «La trattativa viene fatta coi proprietari che firmano un accordo nel quale si impegnano a restituire l'immobile libero da tutto e consegnare le chiavi al momento del rogito. Si impegnano perciò a cercare agli affittuari una sistemazione alternativa. Le spese di trasloco che verranno sostenute dagli affittuari verranno riconosciute al proprietario che poi le girerà agli affittuari sfrattati».
E’ vero che non si può interrompere un contratto di locazione in essere? «Da quello che assicurano Italferr e Rfi con l'approvazione del progetto tutti i contratti di affitto e di uso decadono».
Quale sarà la spesa definitiva per gli espropri? Basteranno gli 84 milioni indicati dal progetto? «Quella è una cifra accantonata con un calcolo di massima ma se anche fosse alla fine più alta non c'è problema. Con i risparmi derivanti dalla riduzione dell'appalto si potrà ricavare anche la quota maggiore che va agli espropriati».