Dagli alpini alla filodrammatica, Povo è in lutto per la morte di Giuseppe Bonomi, «el Bepino», vittima di una caduta nel giardino di casa
Aveva 82 anni, figura di spicco del volontariato, era il cuoco di tutte le manifestazioni, sempre al servizio della sua comunità: i funerali domani, sabato 1 ottobre
POVO. Quella che sta per finire è stata una settimana decisamente triste per il sobborgo di Povo. Dopo la prematura scomparsa di Matteo Foradori salutato da una grande folla mercoledì scorso, un altro lutto ha colpito la comunità. Nello stesso giorno dei funerali di Foradori è infatti “andato avanti” Giuseppe Bonomi, 82 anni, altra figura notissima a Povo nel mondo del volontariato e dell’associazionismo.
Capogruppo delle penne nere locali dal 1980 al 1983, cuoco eccellente già in servizio presso il corpo permanente dei vigili del fuoco di Trento, fino a qualche anno fa era un riferimento per tutte le manifestazioni in cui serviva qualcuno di esperto e disponibile dietro i fornelli.
“El Bepino” era anche un punto fermo all’interno della locale compagnia teatrale “Filo Concordia ‘74”, curandone la logistica. Da qualche anno aveva diradato gli impegni per problemi di salute ma è stata una banale caduta nel giardino di casa a strapparlo alla famiglia ed agli amici mercoledì scorso.
La comunità, insieme alla moglie Gabriella ed al figlio Omar, lo saluterà domani, sabato 1 ottobre alle 10 nella chiesa parrocchiale di Povo. «Si faceva ben volere da tutti».
Così lo ricorda Carlo Giacomoni, che nel 1974 formò la filodrammatica Concordia. Da una ventina d’anni o poco più facevano parte della compagnia anche Bonomi e la moglie Gabriella: lei attrice, lui tecnico. «Giuseppe faceva parte della squadra che partiva per prima per montare le scene nei teatri che ospitavano i nostri spettacoli. E lavorava con gli altri volontari fino alle ore piccole per smontare tutto – racconta Giacomoni – Era una persona tranquilla, di buon carattere, andava d’accordo con tutti. Se c’era qualcosa da fare per la filo Concordia, anche solo per fare pubblicità alle nostre commedie, lui era sempre disponibile. Bravo nei lavori manuali, ci aiutava quando c’erano da preparare le scene per un nuovo spettacolo e ci seguiva ogni volta che poteva quando andavamo negli altri teatri. Si era ritirato negli ultimi due-tre anni per qualche problema di salute».