Pelugo, vigile del fuoco 25enne salva un bimbo di quattro anni in crisi respiratoria
Antonio Diurno, carpentiere, opera come volontario nel Corpo di Lomaso: «Sono stati secondi infiniti: continuavo a massaggiare finché non ho visto il bambino riaprire gli occhi. Non posso neppure dire che cosa ho provato». Il bimbo è stato portato per accertamenti al Santa Chiara di Trento
TRENTO. Ha salvato con un massaggio cardiaco un bimbo di 4 anni, che a seguito di un malore non stava respirando. Antonio Diurno, carpentiere di 25 anni e vigile del fuoco volontario del corpo del Lomaso, venerdì mattina è stato l'uomo della Provvidenza per un piccolo che era stato colpito da una crisi respiratoria in casa, a Pelugo.
Tutto è avvenuto attorno alle 9.30, alle porte del centro della Val Rendena, dove Diurno stava lavorando quando ha sentito le grida di aiuto della madre del bambino. Ora il piccolo si trova al Santa Chiara di Trento dove è stato sottoposto ad accertamenti ed è affidato al personale medico e sanitario dell'ospedale del capoluogo, ma senza l'intervento del volontario delle Esteriori forse non avrebbe potuto arrivare a Trento.
Merito della preparazione dei vigili del fuoco volontari che da qualche anno possono contare su una formazione specifica nell'ambito delle manovre Blsd (Basic Life Support and Defibrillation), ovvero le procedure da seguire per portare il primo soccorso a persone colpite da malore. Diurno venerdì mattina, assieme ad alcuni colleghi, si trovava a Pelugo per effettuare dei lavori di carpenteria metallica in uno stabile quando il gruppo ha iniziato a sentire delle grida d'aiuto.
«Inizialmente pensavamo potessero arrivare da un altro cantiere, poco lontano. Poi invece abbiamo capito che arrivavano da un'abitazione lì vicino», racconta lo stesso volontario del Lomaso.«Una volta capito dove dovevamo andare sono salito in casa e mentre uno dei miei colleghi componeva il 112 la madre del piccolo ci ha accolti. Il bambino era sul pavimento, mi sono subito chinato per capire se respirasse e dopo aver visto che il torace non si espandeva e che da naso e bocca non arrivava respiro ho cercato di verificare se il problema fosse di ostruzione delle vie aeree. Una volta capito che il problema non era legato a qualcosa che poteva aver ingerito, ho iniziato la manovra».
Momenti concitati, delicatissimi, a seguito dei quali però la gioia è stata grande: «Sono stati secondi infiniti: continuavo a massaggiare finché non ho visto il bambino riaprire gli occhi. Non posso neppure dire che cosa ho provato, non è possibile descrivere una sensazione del genere».
Dopo la manovra, Diurno ha posto il bimbo in posizione laterale, di sicurezza, in attesa del personale medico e sanitario arrivato pochi istanti dopo. Poi, la conclusione delle operazioni di primo soccorso e il trasferimento in ospedale a Trento in ambulanza, dato che a causa delle condizioni meteo l'elicottero dei vigili del fuoco permanenti non poteva alzarsi in volo verso la Rendena.
Minuti indimenticabili, di tensione ma anche felicità per il venticinquenne, che fa parte del corpo dei vigili del fuoco volontari del Lomaso dal 2013: «Prima come allievo, poi dal 2015 come effettivo. Devo davvero ringraziare - e con me i miei colleghi - il nostro formatore, che oltre che della famiglia dei vigili del fuoco fa parte anche della Croce rossa. In pochi istanti ho toccato con mano l'importanza di un percorso di formazione rivelatosi fondamentale».