Nella Bellini, l’autista soccorritrice con più esperienza: «Ogni intervento è diverso dagli altri»
Ha raccontato: «Mi impongo sempre di comportarmi in modo freddo e lucido nella buona come nella cattiva sorte, ma è chiaro che certi interventi possono provocare forti emozioni»
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TRENTO. Ha 44 anni e da quando aveva vent'anni la sua «quotidianità» è fatta di emergenze. Ed è proprio nell'autorimessa della sede degli operatori di “Trentino Emergenza” dislocata in via Paolo Orsi, dinanzi all'ex-ingresso del pronto soccorso ospedaliero Santa Chiara, che l'abbiamo incontrata, lei che è la più anziana, anagraficamente parlando, tra gli Otas (che sta per Operatore Tecnico Autista Soccorritore) che lavorano presso questo fondamentale reparto ospedaliero, il più consistente in assoluto, e che garantisce gli interventi di primo soccorso a livello cittadino e nel suo insieme, anche su tutto il territorio provinciale.
Nella Bellini, originaria di San Daniele del Friuli, dal 15 aprile 2020 è assunta presso l'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, benché forte come dicevamo di una esperienza di oltre 24 anni maturata come autista, da prima, presso il comitato Cri di Udine (prima donna con tale incarico nella Regione Friuli Venezia Giulia) quindi nella Pubblica Assistenza Sogit - Croce di San Giovanni di Udine ed infine, presso l'Azienda Sanitaria Friuli Occidentale a Pordenone.
In Trentino si è trasferita nel periodo più difficile del Covid-19, affrontando da subito interventi che mai avrebbe pensato di vedere con molte persone che morivano da un giorno all'altro per l'infezione pandemica. Le abbiamo chiesto quale è stato il suo impatto con "Trentino Emergenza" visto che proveniva da un'altra realtà territoriale. «Ho trovato una organizzazione a dir poco perfetta, delle autoambulanze moderne con attrezzature molto avanzate, degli ottimi corsi di qualificazione e riqualificazione professionale, 33 colleghi e 7 colleghe che stimo moltissimo ed una ottima simbiosi con gli infermieri/e, i medici, il direttore Andrea Ventura, oltre con quanti lavorano nella "Centrale Operativa Urgenze" (ex Centrale Operativa 118) fondamentale per espletare un servizio al top».
Ma quale è stato l'intervento che rammenta tra i più drammatici?
«Il soccorso ad una bambina di appena 12 mesi, caduta accidentalmente in un contenitore dei rifiuti domestici pieno di acqua, nel cortile di una cascina nella quale si era incautamente appoggiata. Nonostante due ore di rianimazione la fine è stata delle più tragiche: annegata in pochi centimetri d'acqua».
Ed ancora «la ricerca di una ragazza caduta da una motocicletta, senza che il conducente se ne fosse accorto, sotto effetto di stupefacenti, ritrovata poi cadavere in una scarpata. Ma però ho anche dei ricordi piacevolissimi, come quando ho aiutato una signora a mettere alla luce il suo bambino, durante un travaglio decisamente improvviso in un cortile che mi ha emozionato non poco, sebbene durante i miei interventi mi imponga di avere sempre e comunque una certa freddezza e lucidità, nella buona come nella cattiva sorte».
Durante i soccorsi le è sicuramente molto utile la formazione scolastica che ha conseguito da giovane, grazie ad una laurea in relazioni pubbliche ed un diploma in lingue con la perfetta conoscenza dell'inglese, francese e tedesco, oltremodo importante quando vi sono coinvolti degli stranieri. Come pure i corsi che vengono periodicamente effettuati al personale di "Trentino Emergenza" per conseguire l'abilitazione Bls (Basic Life Support-Supporto di Base delle Funzioni Vitali), il Blsd (con l'utilizzo del defibrillatore cardiaco), il Pblsd (supporto pediatrico con defibrillatore) e quello altrettanto fondamentale denominato Ptc (Prehospital Trauma Care) per pazienti traumatizzati in fase pre-ospedaliera, che vengono eseguiti a bordo delle autoambulanze di base, su quelle attrezzate con infermieri e medico e talvolta con l'equipe medica dell'elisoccorso.
Tutto questo, molto spesso, in stretta sinergia con i vigili del fuoco permanenti e volontari, le forze dell'ordine, il soccorso alpino e speleologico, i conduttori cani da ricerca ed il nucleo subacqueo. Non meno importante i corsi di guida veloce ed in sicurezza, la perfetta conoscenza delle tecnologie radio-telefoniche-informatiche e di geo localizzazione, oltre ad alcune conoscenze di base per operare in ambienti difficili con persone fragili, anziane e spesso sole, nonché con quelle psicologicamente alterate per l'assunzione di droghe ed alcool.
Un mix di fattori che rende questo lavoro, confessa Nella, «una professione varia, mai eguale per ogni intervento, al contatto con molte realtà sociali che ti arricchiscono non poco sotto il profilo umano». E mentre ci congediamo, a salutarci arriva anche il giovane direttore di "Trentino Emergenza" Andrea Ventura che dirige questa pacifica "macchina da guerra" dal 15 aprile 2022. A lui abbiamo chiesto di farci un quadro dell'attuale organizzazione provinciale dell'emergenza sanitaria, che potete leggere nell'articolo qui sotto.Nella Bellini ci saluta al volo, il dovere la attende: «È appena arrivata dai colleghi una chiamata per un intervento in codice rosso in città, devo proprio andare».