Coltiva marijuana sul Calisio, pensionato assolto: la detenzione ha fini terapeutici
Le piante, trovate vicino al “Sentiero Natura”, appartengono a un settantenne che da anni soffre di patologie gravi e molto dolorose, per le quali gli è stata riconosciuta un’invalidità del 100%. Il giudice lo ha assolto dall’accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti
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TRENTO. L’accusa per il pensionato era di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Era lui che si prendeva cura di una coltivazione di marijuana sul Calisio; inoltre nella sua abitazione erano stati trovati alcuni grammi di sostanza essiccata e ben 20 mila euro in contanti, possibile provento di attività illecita.
Ma così non era: come l'uomo aveva subito tentato di spiegare - e la conferma è arrivata in aula con l'assoluzione - la marijuana che coltivava (per sé e non per altri) era destinata all'assunzione per motivi terapeutici. Da anni il pensionato soffre di diverse patologie, gravi e soprattutto molto dolorose. Gli è stata riconosciuta un'invalidità del 100%. Una delle poche sostanze in grado di dare sollievo è la marijuana.
Nella documentazione agli atti ci sono prescrizioni mediche con l'indicazione di tale terapia: si tratta di ricette sia antecedenti al sequestro di marijuana e alla denuncia all'autorità giudiziaria - era l'autunno del 2021 - sia successive, a riprova di patologie purtroppo non temporanee né regressive.
E quei 20 mila euro in contanti? La somma trovata dagli agenti della polizia locale nell'abitazione del pensionato proveniva direttamente dal conto corrente, dato che l'uomo preferiva tenere in casa i soldi anziché in banca. L'imputato nei giorni scorsi è stato assolto in abbreviato dal giudice Enrico Borrelli.
A scoprire la coltivazione abusiva, nelle vicinanze del "Sentiero natura" sopra Martignano, era stato un agente della polizia locale durante una passeggiata: avvertendo il caratteristico odore delle inflorescenze, aveva subito avvisato i colleghi del nucleo civico. Questi ultimi, appostati "in borghese" in mezzo alla boscaglia, una domenica mattina avevano atteso l'arrivo del coltivatore. Pensavano di imbattersi in un giovane consumatore di "erba", invece hanno visto giungere nella zona un uomo di quasi settant'anni, che teneva nello zainetto arnesi per lavorare la terra, oltre a qualche foglia di marijuana.
Gli agenti lo avevano osservato a distanza, mentre raggiungeva il terrazzamento, inforcava gli occhiali e controllava lo stato di maturazione della pianta, l'unica rimasta di una più ampia coltivazione. L'area era stata attrezzata: c'erano un telo di pacciamatura per ricoprire la base della piante e taniche, bottigliette d'acqua e attrezzi da giardiniere, occultati tra la vegetazione. Il pensionato aveva subito ammesso di essere lui il coltivatore illegale, chiarendo che lo faceva solo per fini terapeutici.
Era abbastanza chiaro che non si trattava di un "bandito", ma gli accertamenti sono sempre e comunque doverosi. Nella sua abitazione erano stati ritrovati migliaia di euro in contanti, un paio di ciuffi di sostanza tipo marijuana ed uno stelo con alcune infiorescenze in fase di l'essiccazione. Non aveva contribuito certo a fugare i sospetti il rinvenimento di uno "stenditoio" per l'essiccazione delle piante, di un bilancino di precisione, di semi di cannabis: indizi che hanno fatto ipotizzare un'attività di vendita parallela al consumo personale. Nulla di tutto questo. Il pensionato era diventato coltivatore illegale solo per motivi di salute.