Montevaccino, il paese rimasto senza ambulatorio medico: servizio sospeso dal 2019
Il dott. Pallanch ha lasciato quasi quattro anni fa. Le persone che erano assistite dal professionista, o lo raggiungono ora a Trento oppure cambiano dottore di famiglia e si rivolgono a Martignano. Nei centri dell’Argentario lavorano 9 medici: 4 a Cognola, 4 a Martignano e uno a Villamontagna
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MONTEVACCINO. Montevaccino soffre di un particolare disagio. È periferia considerata, per certi aspetti, zona disagiata; c'è un bell'ambulatorio presso il Centro sociale del paese, ma non vi sono medici disponibili ad assumere quella sede come prima scelta. Il Comune, aldilà di porre a disposizione lo spazio magari con affitto agevolato, deve stare a guardare.
L'Azienda provinciale dei servizi sanitari (Apss) non può imporsi per una riapertura con bando in quanto la struttura manca di spazi adeguati che il Covid, e le conseguenti direttive di sicurezza, ha costretto alla chiusura definitiva nel 2020 perché l'ambulatorio presenta una striminzita sala d'attesa e manca di una, non indispensabile, segreteria. A sentire qualche medico gli ambulatori periferici, per i problemi che presentano, dovrebbero essere soppressi.
Quando un medico di famiglia (medico di medicina generale), oggi definito "medico di base", sceglie un ambulatorio di periferia come sua prima sede deve infatti sottostare alle norme vigenti e, nel caso trentino, all'Apss con i relativi vantaggi e disagi. I medici sono liberi professionisti e possono scegliere dove svolgere la propria attività. Se rispondono ad un bando di un ente pubblico che pone a disposizione anche spazi ambulatoriali si impegnano pure a pagare un affitto (con quote spesso motivo di trattativa non sempre serena o che costringe alla rinuncia) come capita a volte nel Comune di Trento.
Il dottor Romano Pallanch ha occupato l'ambulatorio di Montevaccino fino il 2019 e poi per motivi di salute ha abbandonato quella sede che aveva scelto volontariamente non dimenticando anche di essere un abitante "montese". Nel datato avviso esposto sulle bacheche della Circoscrizione Argentario si legge che l'ambulatorio è "momentaneamente sospeso". L'avverbio ormai è diventato obsoleto e gli abitanti sono insofferenti.
Qualcuno protesta per il venir meno di un abituale servizio di vicinanza. E le persone assistite dal dottor Pallanch devono recarsi in città a Trento presso il suo studio medico oppure scegliere, come suggerito dallo stesso Pallanch, di cambiare medico (perdendo egli degli assistiti) e di recarsi al più vicino ambulatorio di Martignano.In ognuno dei cinque paesi della Circoscrizione Argentario sono dislocati ambulatori dove attualmente prestano servizio, quasi tutti su appuntamento, nove medici (4 a Cognola, 4 a Martignano, 1 a Villamontagna), una pediatra a San Donà e a Cognola vi è pure un ambulatorio infermieristico adiacente agli ambulatori dislocati nel Centro civico.
La popolazione di Villamontagna in ogni incontro pubblico protesta per il proprio ambulatorio angusto, con poca privacy, non sbarrierato e assente di spazi d'attesa adeguati alle norme. Anche a San Donà gli spazi sono lamentati come ristretti. Ma almeno in questi quartieri esiste un minimo di servizio. Si presentano conformi gli ambulatori di Cognola e Martignano. Montevaccino invece rimane "zona disagiata" con ambulatorio bello, ma inadeguato e senza medico in loco.La pandemia obbliga a rivedere gli spazi che precedentemente erano sufficienti e anche per questo i medici sono maggiormente orientati a forme associative denominate medicina di gruppo, medicina in associazione e medicina di rete in strutture private adatte e dotate di segreteria.
Oggi poi prescrizioni, ritiro di medicinali, appuntamenti si possono acquisire online, ma non si tiene conto degli anziani - generalmente i più bisognosi di cure - che non sono esperti di computer e che hanno problemi di mobilità. E poi si sa bene ormai quanto sia diventato difficile agire online con l'Apss, con i centralini del Cup o con gli accessi tramite Spid e come le visite a domicilio siano centellinate.Certo la sanità pubblica anche provinciale non sta attraversando un periodo facile, ma questo non toglie l'obbligo di avere un occhio di maggior attenzione verso le zone periferiche, in questo caso Montevaccino.