Bypass ferroviario, dopo lo sgombero i no tav annunciano: "La lotta contro il cantiere prosegue"
Ieri la polizia ha sciolto l'accampamento degli attivisti sulla collinetta vicino al cantiere di via Brennero, presso dell'imbocco delle gallerie. Sinistra italiana critica anche l'assessore comunale Facchin: "Con le sue parole svilisce le proteste". Questa mattina, lunedì, presidio dei contestatori di fronte al Comune, con spiegamento di forze di polizia. Il sindaco Ianeselli replica a chi denuncia la compressione del diritto al dissenso
IANESELLI Legittimo protestare contro il bypass, ma l’opera va realizzata"
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TRENTO. Il giorno dopo lo sgombero della "collinetta no tav", Trento vede avanzare i lavori per la circonvallazione ferroviaria, che hanno sollevato non poche contestazioni. Questa mattina, lunedì, presidio di protesta anche in centro città, di fronte al Comune, con grande spiegamento di forze di polizia.
Gli attivisti, dopo lo sgombero, denunciano la sottrazione del diritto al dissenso, il sindaco Franco Ianeselli replica che il diritto a manifestazre viene garantito ma l'opera deve poter andare avanti.
Il cantiere del bypass è partito da un pezzo, con il viavai di camion dall'ex scalo Filzi e gli abbattimenti degli edifici di via Brennero sul lato ferrovia.
Ma è probabilmente quella di ieri, domenica 9 luglio, la giornata in cui per la prima volta chi vive attorno all'area dei lavori a Trento nord, ha potuto toccare con mano quel che saranno i prossimi anni.
Alle 5.30 la polizia ha iniziato lo sgombero della collinetta alle spalle di Fornaci e sede Aci dove sorgeva l'accampamento no tav. I manifestanti hanno poi occupato fino a sera via Brennero. E nell'area del cantiere è sorta una barriera di cemento e lamiera.
Ai microfoni dell'Adige.it, ieri, gli attivisti hanno ribadito la volontà ferma di proseguire la lotta politica contro un progetto che considerano inutile e dannoso per la città.
Lo ripetono in questa videointervista Antonio Marchi e Michela Bonafini.
Siamo di fronte all'area del cantiere già attrezzata, sull'altro lato di via Brennero, all'imbocco delle future gallerie che passeranno sotto la Marzola e porteranno i treni merci a rispuntare a sud di Mattarello. Qui, ora è in programma il consolidamento della parete rocciosa, quindi la demolizione degli altri edifici espropriati, lungo la fascia che arriva in fondo a via Malvasia.
Sul tema interviene oggi, lunedì 10 luglio, anche l'assemblea provinciale di Sinistra italiana, con Renata Attolini e Jacopo Zannini.
"Lo sgombero - scrive in una nota - annunciato sull’Adige di sabato, con modalità quanto meno insolita, dall’assessore alla Transizione Eecologica del Comune di Trento, Ezio Facchin, si è compiuto.
Chi era sugli alberi, a presidio di un’area che sarà devastata da uno scavo che metterà a repentaglio la sicurezza e la salute della popolazione, è sceso, alla fine di una giornata di sgombero.
Chi era a terra ha abbracciato chi scendeva, assicurandosi che non venisse trasportato in questura. Erano tante le persone presenti e formavano un gruppo estremamente eterogeneo, a smentire chi usa strumentalmente solo il termine NoTav.
Sono tante le persone, le reti, le associazioni e i partiti che da quasi due anni studiano, si formano, discutono un progetto di bypass ferroviario della città per molti aspetti scellerato. Sinistra Italiana è fra loro.
Le parole dell’assessore Facchin meritano una riflessione, perché il virgolettato riportato nell’articolo di Franco Gottardi svilisce le proteste, definendole ripetitive e stantie, al punto da affermare che pensa che 'i cittadini ne abbiano ormai piene le scatole'.
Sinistra italiana del Trentino ritiene che questo modo di esprimersi da parte di chi amministra una città sia inqualificabile e inaccettabile, così come è inqualificabile e inaccettabile che, in spregio di tutte le criticità espresse, si stia lavorando senza rispetto delle regole, del principio di cautela e della trasparenza".