«Più sicurezza per pedoni e biciclette», manifestazione dove due giovani hanno perso la vita
In via Venezia un nuovo appello, nel luogo della tragedia del 28 settembre scorso in cui Aliya Freya Macatangay fu travolta dalla moto di Federico Pezzè: entrambi morirono sul colpo. Legambiente, Fiab, Ciclostile, Giovani Democratici: «In due mesi qui non è stato fatto nulla. Servono impedimenti fisici alla velocità come dossi rallentatori e barriere»
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SICUREZZA Appello Fiab: zona 30 in città ma anche dossi per farla rispettare
TRENTO. «Non confondiamo la realizzazione di qualche pista ciclabile con il Piano urbano di mobilità sostenibile e con le zone a 30 chilometri orari. Chiediamo alla giunta comunale se crede davvero a ciò che ha approvato, dato che in due mesi per questa zona non è stato fatto nulla». Massimo Pegoretti di Fiab Amici della bicicletta Trento domenica scorsa era fra le persone - una trentina - che hanno partecipato al presidio in via Venezia per ricordare le vittime della strada, ed in particolare i due giovani morti a fine settembre all'altezza della pizzeria Korallo, la sedicenne Freya Macatangay che attraversava sulle strisce pedonali, e il 22enne Federico Pezzè che la travolse con la sua moto. Ieri si celebrava la Giornata mondiale in ricordo delle vittime del traffico stradale e a Trento è stato organizzato un momento di riflessione proprio nel punto in cui accadde il terribile incidente.
Erano presenti i rappresentanti di Fiab, Legambiente, Ciclostile con numerosi simpatizzanti, Giovani Democratici, i consiglieri comunali Michele Brugnara, Renato Tomasi e Federico Zappini.
«La maggior parte delle persone è arrivata a piedi, per ricordare che questo punto della città rimane molto pericoloso» prosegue Pegoretti. Il presidio è stato un'occasione per riflettere su tutti gli incidenti stradali e soprattutto per un confronto su cosa si possa fare a Trento per migliorare la sicurezza. Chiarissime le idee dei partecipanti.
«Non si chiede altro che applicare quei provvedimenti che sono parte del Piano urbanistico della mobilità sostenibile che il Comune ha approvato. Non vogliamo che questi interventi rimangano in un cassetto - è stato detto - Per via Venezia abbiamo tre proposte, perché abbiamo visto che purtroppo l'attraversamento pedonale con il semaforo non basta.
Primo punto: servono degli impedimenti fisici alla velocità, come dossi rallentatori o un attraversamento pedonale rialzato.
Secondo: davanti alle fermate dell'autobus, in mezzo alla strada, ci vorrebbe una barriera, in modo che le auto non possano superare i mezzi pubblici, finendo sulle strisce pedonali.
Terzo: le fermate devono essere segnate sulla strada, mentre ora non c'è alcuna striscia colorata sull'asfalto. Bene invece il progetto per un marciapiede all'altezza del parcheggio della pizzeria Korallo: sappiamo che è stato approvato e ci sono solo i tempi tecnici di realizzazione».
Pegoretti rappresenta la Fiab, ma la sicurezza - ha ribadito - non riguarda solo le biciclette.
«Nei contesti urbani devono esserci impedimenti fisici, perché non è possibile che si possano raggiungere lungo le strade cittadine velocità devastanti come è stato per lo scontro di due mesi fa in via Venezia - conclude - Le zone a 30 chilometri orari sono necessarie per rendere la città a misura delle persone che si spostano a piedi, oltre che in bici e con mezzi di micromobilità. Chi va a piedi ha diritto ad essere protetto, perché chi non ha la corazza dell'automobile rappresenta un utente debole della strada».