Microfoni e telecamere, dopo la stangata del Garante della privacy parla Fbk: «Era solo una ricerca»
Lo stop ai progetti Marvel e Protector per la violazione della privacy dei cittadini: la Fondazione spiega, i consiglieri comunali attaccano, i dati raccolti non erano anonimi
SICUREZZA Telecamere a Trento, 25mila euro dal Garante della privacy
LA VICENDA "Grande fratello" contro il crimine bocciato dal Garante
L'ESPERIMENTO Trento un laboratorio per tre progetti
TRENTO. Progetti Marvel, Protector e Pre-crisis, arriva la risposta della Fondazione Bruno Kessler: «Abbiamo seguito i protocolli di ricerca scientifica in un campo dove mancano chiare normative, con l'obiettivo non di sviluppare un prodotto, ma di fare ricerca».
Così Marco Pistore, direttore del Centro Digital Society di Fbk, è intervenuto nella commissione comunale vigilanza per delineare il ruolo dell'ente di ricerca nei progetti europei sanzionati dall'Autorità Garante della Privacy.
A novembre 2023 il Garante interrompeva i progetti che coinvolgevano il Comune di Trento in quanto le registrazioni audio e video non garantivano l'anonimizzazione dei dati personali dei passanti registrati. Poi a gennaio comminava al Comune una sanzione di 25mila euro. I progetti puntavano al riconoscimento di situazioni di pericolo individuando nei segnali video e sonori eventuali allarmi, grida, spari.
Non un progetto operativo a disposizione delle forze dell'ordine, ma solo "allenamenti" per sviluppare queste competenze tecniche. Fbk aveva assunto l'incarico di anonimizzare immagini e suoni, in modo da renderli non riconoscibili: «Abbiamo ipotizzato diverse tecniche di anonimizzazione, alcune direttamente a "microfono", altre alterando il tono della voce senza alterare il messaggio, altre che alteravano il messaggio - ha spiegato il direttore Pistore - Abbiamo cercato un compromesso che potesse tutelare la riservatezza e al contempo garantire il risultato della ricerca».
Il problema è che il compromesso è risultato inadeguato per il Garante della Privacy, che tuttavia ha tenuto conto della buona fede dei soggetti coinvolti, comminando al Comune una multa di "soli" 25mila euro, di fronte ad una sanzione che poteva arrivare a 20 milioni. «Va tenuto presente che ci siamo trovati a lavorare con un segnale già sporco e disturbato in partenza - dice Pistore - In totale sono state raccolte poche decine di ore di registrazioni».
Attorno alla vicenda si è creato un gran clamore mediatico anche a livello nazionale e le opposizioni non mollano. Il consigliere Cristian Zanetti (FdI) imputa all'amministrazione la cattiva gestione dei progetti: «Dal sindaco c'è la mania di essere in prima fila per partecipare a queste cose, ora ci domandiamo chi paga la sanzione. Non devono pagarla i cittadini, ma la giunta o il sindaco».
Critiche anche dal socialista Stefano Bosetti (Pd-Psi): «Mi chiedo cosa avrebbe pensato Bruno Kessler di questi progetti che violano la libertà delle persone». L'assessora Giulia Casonato ha risposto: «La sanzione sarà pagata con gli introiti dei progetti europei di ricerca a cui partecipiamo e valuteremo azioni di rivalsa. Il Comune continua a credere nel valore della ricerca».
Zanetti ha ventilato un potenziale interessamento della Corte dei Conti, al che Casonato ha risposto: «La Corte dei Conti farà le sue valutazioni». Nota di commento: l'Autorità ha legittimamente sanzionato questi progetti di ricerca, progetti a scopo scientifico, di piccola portata e senza scopo di lucro. Ma risulta pressoché indisturbata l'azione delle grandi multinazionali che lucrano guadagni siderali sui dati personali dei cittadini. Tutto ciò fa sorgere qualche dubbio sulla capacità degli organismi di controllo di monitorare adeguatamente le pratiche che incidono in misura molto maggiore su vita e libertà dei cittadini.