Migranti sgombrati da sotto i ponti, l'associazione dei volontari: «Di cosa si rallegra, sindaco?»
LiberaLaParola analizza il blitz: «Solo uno era senza documenti. Gli altri sono ragazzi sfiancati dalle lungaggini burocratiche per ottenere asilo. Andranno nei dormitori? Ci hanno provato per mesi, costretti a vivere in strada»
TRENTO. Due giorni fa l’azione di polizia che ha sgomberato decine di senzatetto – molti migranti in attesa di asilo – da sotto i ponti della zona delle Albere. Un intervento salutato dal sindaco Franco Ianeselli che ha pubblicamente ringraziato le Forze dell’Ordine. Ma non tutti sono d’accordo con lui.
Oggi arriva la «lettera aperta» dell’associazione «LiberaLaParola Trento», che da cinque anni, con costanza, due volte a settimana, vede persone migranti e persone italiane che si ritrovano in uno spazio aperto e accogliente, in un clima sereno di scambio reciproco, presso il Centro Sociale Bruno. Le conversazioni e le lezioni di italiano sono condivisione di idee e intenti per la costruzione di una società aperta e antirazzista.
«Signor Sindaco, abbiamo letto sui giornali del blitz delle forze dell’ordine alle Albere, ma soprattutto ce ne hanno parlato i ragazzi che frequentano le scuole di italiano gestite da noi volontari in città. Ragazzi che sorpresi nel sonno e cacciati dal posto in cui avevano trovato riparo, privati di abiti, coperte e zaini che sono stati “rimossi e smaltiti”, ora “potranno chiedere un posto letto nei dormitori provinciali”. Come se non l’avessero già fatto da mesi senza ottenere risposta o non ne fossero stati estromessi dopo i pochi giorni concessi.
Non capiamo come un ulteriore atto di prepotenza verso chi è già in difficoltà possa contribuire a renderci una città migliore. Siamo convinti che il degrado non stia nella presenza di baracche e ripari di fortuna ma nelle ragioni della loro inevitabilità. Ci vergogniamo di essere cittadini di una città che non sa accogliere le persone migranti preservando la loro dignità di esseri umani. Non sono questi ragazzi ad essere irregolari, lo siamo noi che, mentre li sfianchiamo con iter burocratici lunghi, complicati e dall’esito incerto, non permettiamo loro di lavorare in maniera regolare e li sfruttiamo invece sistematicamente attraverso il lavoro nero, senza fornirgli alternative concrete al vivere in strada. Lo chiarisce l’esito del blitz in cui sono state coinvolte tutte le forze di sicurezza, comprese le forze speciali di Padova: è riuscito a stanare soltanto una persona non munita di regolare permesso di soggiorno.
Apprezziamo gli sforzi fatti dal Comune in questi anni e concordiamo sulle responsabilità della Provincia, ma siamo arrabbiati e sfiniti dall’annoso procrastinare di soluzioni che assumono sempre e solo il carattere emergenziale nel fornire il riparo, a pochi e per qualche giorno, ai rigori dell’inverno. Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a un atto che ci sembra di crudeltà gratuita e alla discutibile diffusione che ne è stata data a mezzo stampa. Restiamo invece a disposizione per qualsiasi forma di dialogo e collaborazione che possa portare a soluzioni stabili e rispettose della dignità delle persone» conclude LiberaLaParola Trento.