Scontro a tutto campo sul centro sportivo Trilacum: Asuc e Comune ribadiscono le proprie ragioni
Vigolo Baselga, sconforto dei dirigenti della società sportiva che ha perso i propri ragazzi, circa un centinaio, impossibilitati a svolgere attività. Diverse le visioni anche sui costi per sistemare l’impianto
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VIGOLO BASELGA. Il muro contro muro resta. Almeno per il momento. Lo storico centro sportivo Trilacum, da tempo ormai in gestione all’Asuc di Vigolo Baselga e chiuso definitivamente dallo scorso 30 giugno, è tornato al centro della discussione durante la commissione vigilanza del Comune di Trento. Un incontro tenutosi a poco più di un anno da quello del 7 febbraio 2023 e anche nell’ultimo confronti i toni si sono alzati in più occasioni.
Al solito, dito puntato dal presidente dell’Asuc Flavio Franceschini contro il Comune di Trento per non aver mai cercato di trovare una soluzione, mentre dall’altra parte del tavolo gli assessori Italo Gilmozzi e Salvatore Panetta non sono certo arretrati di un passo. Nel mezzo, i dirigenti della società sportiva Trilacum, che in tutta questa vicenda ha perso i loro ragazzi, circa un centinaio, impossibilitati a svolgere attività sportiva. L’unica strada possibile resta quella dello scambio di terreni per pari valore.
«Ma quando il Comune sembrava propenso, mettendo sul tavolo alcuni terreni delle Viote, il giorno dopo si è rimangiato la parola – ha detto con forza Franceschini. – Non possiamo per legge regalare ciò che è nostro. La richiesta dei terreni ci sembra la cosa più normale. Non siamo stati noi a sbagliare: il Comune ha costruito dove non poteva, ora ci dica chiaramente se il centro sportivo interessa, altrimenti cercheremo altre vie. E se non arriverà una soluzione a breve, prenderemo decisioni forti».
Pronta la risposta di Gilmozzi: «Non abbiamo nessuna preclusione nei confronti dell’Asuc, ma prima di dare terreni alle Viote ci penso non una, ma un milione di volte. Comprendo l’attenzione dell’associazione nei confronti dei cittadini di Vigolo Baselga, ma di contro loro devono capire l’attenzione che noi abbiamo verso tutti gli altri. Il centro sportivo ci interessa, ma se dovesse esserci una proposta contraria all’interesse di tutti i cittadini allora resterà in gestione all’Asuc. Rispetto a offerte e accordi, contano i documenti e le delibere, non le chiacchiere. E non dimentichiamoci che sulla questione c’è un terzo soggetto coinvolto, cioè la Provincia, che abbiamo sollecitato fin dal 2014».
Visioni diverse anche sui costi per sistemare l’impianto: per Franceschini bastano 600 mila euro, per Panetta la spesa supera i due milioni di euro. «Abbiamo detto che ci siederemo attorno a un tavolo per trovare una soluzione: più di così…» ha aggiunto quest’ultimo. E si è dovuto impegnare parecchio il presidente della commissione Vittorio Bridi per tenere tutti calmi. Anche alla luce degli interventi dei consiglieri Bruna Giuliani e Renato Tomasi, che rispettivamente hanno sottolineato la mancanza della volontà politica di chiudere la questione e le responsabilità dell’Asuc, nel volersi vedere riconosciuta a tutti costi la struttura senza poi sapere come gestirla. Insomma, la discussione continua. Nel frattempo, verso la fine del mese l’Asuc sistemerà il parco giochi esterno, alcune zone dell’impianto e metterà a norma quante più parti possibili.