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Trento, in San Martino un gesto gentile (un disegno al posto del quadro trafugato) e poi l’odioso furto del distributore di palline

Nel quartiere c’è agitazione: prima sparisce un’opera d’arte, che viene rimpiazzata anonimamente da un’altra. E poi sparisce Dorothy, il dispenser custodito alla libreria Duepunti, «star» delle iniziative di quartiere

di Leonardo Pontalti

TRENTO. «Volete prima la notizia buona o quella cattiva?» Un modo di dire che ben si presta a quello che è avvenuto nelle scorse ore nel quartiere di San Martino, dove nel giro di mezza giornata residenti, esercenti e promotori delle attività di quartiere hanno avuto a che fare con un esempio di senso civico e di becera maleducazione.

Non ci credete? Eppure è così. Dapprima, ieri in mattinata, la comparsa di un'opera al posto del "vuoto" lasciato da un quadro rubato. Poi, sempre ieri, la sparizione di un dispenser di palline e caramelle che era ben più di un oggetto, per il quartiere.

Ma vediamo di andare con ordine. In vicolo San Martino, dal maggio scorso, in occasione del Fiume che non c'è (i cui volontari tra l'altro proprio domenica scorsa si sono ritrovati in vista dell'edizione 2024), era stata allestita una sorta di "pinacoteca di strada", con opere raccolte da Alice Liber e Elisa Vettori.

Iniziativa più che lodevole, con i dodici quadretti che avrebbero dovuto rimanere esposti per un anno. Da qualche tempo tuttavia, dei "dodici piccoli indiani" ne era sparito uno (non altri, a differenza di quanto accade nel romanzo di Agatha Christie). Ebbene, ieri mattina qualcuno aveva deciso di riempire il vuoto nel vicolo con un'opera propria, anonimo frutto del senso civico e dell'attaccamento alle cose di tutti e per tutti.

Ora veniamo alla cattiva notizia: nel pomeriggio, dal tavolino sempre presente all'esterno della libreria due punti, è sparito il distributore di palline e dolciumi che abitualmente veniva rispolverato in occasione di ogni evento, festa, manifestazione del quartiere. Cioé, spesso. Tanto che in San Martino avevano dato anche un nome al dispenser: Dorothy.

Ieri in attimo si è volatilizzata: arraffata da qualcuno che non ha resistito al suo fascino (è un bell'oggetto certo) ma soprattutto non ha desistito dal compiere davvero un brutto gesto.

Ora tutti dunque nel quartiere sperano che Dorothy ricompaia, ma questo può accadere solo se chi se l'è preso avrà l'accortezza e il buon cuore di riportarlo al suo posto. Suvvia, senza temere reprimende o ripercussioni.

Per i tutori di Dorothy - che ha casa pressoché stabilmente alla libreria di Elisa Vettori e Federico Zappini – basterà avere il piacere di ritrovarla, anche solo adagiata davanti alla porta della libreria o nella vicina fioriera. L'importante è che torni, prima o poi (meglio prima), come la sua omonima protagonista del Mago di Oz che dopo mille peripezie, in Kansas ci torna.

I modi per essere sgradevoli nella vita sono sempre tanti, come quelli per essere gradevoli e le piccole vicende di un quartiere ce lo hanno confermato. Ora, basta che anche chi ha saputo essere sgradevole, decida di ravvedersi: anche l'uomo di latta, in fin dei conti, alla fine pur di seta il suo cuore lo rimedia.

 

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