Area Sequenza, a ridosso della ex Sloi parte la richiesta di lottizzazione, ipotesi di tre "torri" da 20 piani
Il progetto dell’architetto Roberto Bortolotti, per i proprietari dell’area (Albertini, Dalle Nogare, Tosolini). Ma sarà il Comune a dare il via libera definitivo
TRENTO. Area Sequenza, si parte. O per lo meno si inizia a discuterne sul serio. La società Sequenza Spa ha depositato la richiesta formale di parere preventivo, sul piano guida relativo a quel fazzoletto di terra: 2,8 ettari tra via Vittime delle Foibe, via Maccani e, a nord, la ex Sloi. La commissione competente è già convocata: discuterà il progetto il 7 maggio prossimo. E dalle prime indiscrezioni sembra confermato l'impianto già annunciato tempo fa: tre torri, di cui una alta 60 metri e 20 piani.
Che ci sarà da discutere è giusto un eufemismo - non serve essere Nostradamus per prevederlo - e la strada è lunga: competente, alla fine, sarà il consiglio comunale. Ma diciamo che è stato spinto giù il primo tassello di un domino che era immobile da anni che ora vede la prima vera accelerazione da tempo.
L'area Sequenza è appunto la fascia, ora abbandonata a verde incolto, che confina a sud con la ex Sloi. Per la sua ubicazione - e per la commistione di proprietà: 5mila metri quadrati dei 2,8 ettari complessivi sono di proprietà dei medesimi padroni di ex Sloi ed ex Carbochimica - quindi Albertini, Dalle Nogare e Tosolini - per anni è rimasta agganciata ai due Sin, cioè i due siti contaminati rispettivamente da piombo teatraetile e idrocarburi policiclici aromatici su cui vigila il ministero dell'Ambiente. Era cioè impossibile una pianificazione urbanistica che non riguardasse tutta quella zona di Trento nord, ed essendo l'area in sostanza bloccata da una bonifica in cui nessuno credeva davvero, tutto è rimasto fermo per decenni.
Nel 2019, quindi al termine della seconda consiliatura Andreatta, la svolta: l'area Sequenza (che non è un Sin) è stata stralciata da questo disegno. O meglio: si è chiarito che quell'area poteva essere panificata, dal punto di vista urbanistico, in modo autonomo rispetto al contesto attorno.Al momento i proprietari iniziano a muoversi.
Già mesi fa erano uscite indiscrezioni riguardo a cosa avrebbero voluto realizzare sul quel prato. Il Prg permette un'edificabilità di 60mila metri cubi, di cui almeno il 50% ad uso residenziale. Da tempo si parla di un progetto - curato dall'architetto Roberto Bortolotti, che prevederebbe la realizzazione della caserma dei vigili del fuoco e di tre torri, una alta 60 metri (quindi 20 piani) e le altre 50 e 40 metri.
La proposta presentata in Comune dovrebbe essere vicina a questa ipotesi già trapelata. Come detto, il 7 maggio la commissione discuterà nel dettaglio il progetto. E probabilmente si occuperà anche di capire come l'unica novità di questi anni, possa impattare sui piani edificatori sull'area: le analisi sulle falde realizzate in via preliminare per i lavori del bypass, hanno evidenziato la presenza, nel piezometro a sud dell'area sequenza, di piombo teatraetile.