Lavori / Protesta

Ravina, la protesta: tre anni di cantiere per il nuovo ponte, via Costa San Nicolò si ribella

Sulla stradina, fra l’ex casello A22 Trento sud e la rotatoria Ferrari, si prevede un aumento del traffico come «bypass» della tangenziale

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di Francesca Cristoforetti

TRENTO. «Aumentare il traffico in via Costa San Nicolò? Per noi diventerà invivibile: sarà impossibile uscire di casa. La provincia invece di deviare la viabilità per la costruzione del nuovo ponte di Ravina ci metta in condizione di poter accedere alle nostre case in totale sicurezza». È forte la rabbia dei residenti che abitano la via che, inevitabilmente, verrà coinvolta durante la fase dei lavori per la creazione della nuova grande opera d'accesso all'abitato di Ravina.

A confermarlo gli stessi tecnici della Provincia che soltanto poco tempo fa avevano fornito delle risposte sulla questione, sollecitati da un'interrogazione proposta dal consigliere Roberto Stanchina di Campobase. Secondo quanto riportato nel documento via Costa San Nicolò, «attualmente fa registrare un flusso orario massimo di poco inferiore ai 100 veicoli all'ora nelle ore di punta - si legge nel documento - Con la modifica della viabilità in corrispondenza del ponte di Ravina si prevede un incremento del traffico che porterà tale valore ad un massimo orario dell'ordine di 400 veicoli all'ora del tutto sostenibile dalla viabilità attuale».

Una risposta che però ha fatto insorgere gli abitanti che popolano la strada secondaria - una ventina in totale le famiglie presenti e cinque aziende agricole - parallela all'autostrada, che collega il vecchio casello dell'A22 alle cantine Ferrari di Ravina.

Sabato mattina, 11 maggio, a spiegare la situazione e manifestare il proprio dissenso, sono circa una decina i presenti in strada: «Chi vuole deviare qui il traffico evidentemente non è mai passato lungo questa strada, su cui si affacciano tutti gli accessi delle case - dice il gruppo di cittadini - Già in una condizione "normale" il percorso è pericoloso, essendo la via molto stretta, soprattutto alle curve. Non ci sono ciclabili e nemmeno marciapiedi per i pedoni, l'illuminazione è scarsa. A Casa San Nicolò sono presenti dei minorenni che spesso scendono a piedi e le auto corrono. Non c'è sicurezza: con un aumento del traffico la situazione diventerà insostenibile. Pensiamo solo al flusso che può esserci dovuto a tutte le aziende della zona industriale di Ravina, per esempio i lavoratori della Ferrari o della Cavit».

Dito puntato contro l'amministrazione provinciale: «Nessuno è mai venuto qui per un confronto o ad avvisarci riguardo le modifiche alla circolazione che verranno attuate. Le tempistiche dell'opera potrebbero poi allungarsi: per noi diventerà un serio problema. Negli anni abbiamo chiesto una ciclopedonale, ma non siamo mai stati ascoltati. Abbiamo paura che la strada diventi ancora più pericolosa e impossibile da percorrere soprattutto per noi residenti, che questa via la viviamo ogni giorno».

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