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Ex Sloi, Albertini ricorre in Cassazione contro il sequestro delle aree: «Non era necessario per fare gli esami»

Dopo la decisione del Tribunale del riesame, uno dei proprietari si appella per il dissequestro: la Procura sta ancora valutando le possibili interazioni con la Tav

INCHIESTA La storia della Sloi: tutto ciò che bisogna sapere

TRENTO. La società di Michele Albertini, la Tim srl, tra i proprietari dei terreni ex Sloi di Trento Nord, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro il sequestro dei terreni da parte della Procura. Dopo che il tribunale del riesame aveva respinto il ricorso presentato da tutti i proprietari, Albertini ha deciso di non demordere.

Nel ricorso si fa riferimento a tutta una serie di motivazioni tecniche, ma in sostanza la difesa, sostenuta dagli avvocati Giuliano Valer, Giuseppe Rambaldi e Guido Camera del foro di Milano, sostiene che la Procura poteva fare tutti gli accertamenti necessari anche senza porre sotto sequestro l'area.

La decisione è attesa per ottobre. Per il collegio del riesame, presieduto dalla giudice Claudia Miori, il provvedimento di sequestro della procura era da ritenersi legittimo, in quanto ha come obiettivo la conservazione dello stato dei luoghi, dunque la non modifica di essi «al fine di assicurare e garantire la genuinità delle prove».

I sigilli erano stati posti agli ingressi delle due aree Sin dai carabinieri del Noe il 30 novembre scorso. I terreni, di proprietà del "Consorzio di bonifica e sviluppo Trento nord", erano stati posti sotto sequestro probatorio per mantenere lo stato delle cose «al fine di compiere accertamenti e rilievi».

Rilievi e indagini punta a l'interrelazione tra l'inquinamento dei Sin e l'area dove si sta lavorando alla realizzazione del bypass ferroviario di Trento, nell'ottica della tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori, come ha espresso in più di un'occasione il procuratore capo Sandro Raimondi che assieme ai sostituti Alessandro Clemente e Davide Ognibene ha firmato il provvedimento.

Ai responsabili delle tre società del Consorzio viene contestato l'inquinamento ambientale.

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