Cantieri / Tav

Cantiere del bypass ferroviario, su via Brennero barriere alte cinque metri (per il rumore, dice il Comune)

Sono ripresi i lavori – in ritardissimo – sul versante nord. Resta il nodo: si scaverà con due talpe oppure quattro? Intanto via Brennero ristretta e chiusa la pista ciclabile

TRENTO. Il Comune di Trento informa che inizierà la prossima settimana, appena le condizioni meteo lo consentiranno, l’installazione delle barriere anti-rumore previste dal cantiere dell’imbocco nord della nuova circonvallazione ferroviaria di Trento.

Per consentire i lavori, un’ordinanza comunale stabilisce il restringimento della carreggiata con chiusura a tratti della corsia preferenziale dell’autobus e della pista ciclabile in via del Brennero tra il civico 71 e l’87 (all’altezza circa del complesso le Fornaci) fino al prossimo 24 gennaio, dalle 8.30 alle 18.

«Le barriere anti-rumore nell’area ex scalo Filzi e lungo via Brennero saranno alte circa 5 metri e avranno anche un’importante funzione di mitigazione dell’impatto del cantiere» afferma Palazzo Thun.

Continuano nel frattempo i lavori di ripristino del piano di lavoro alla quota di progetto dell’area ex-Scalo Filzi, l’attività di bonifica bellica e il conseguente trasporto del materiale derivante dal cosiddetto scavo “cauto”, ovvero della parte superficiale del terreno.

Torna quindi qualche attività allo scalo Filzi, che da mesi appariva deserto. Da giorni stanno lavorando tecnici e operai all’ex scalo Filzi, segno che dopo la consegna lavori il consorzio Tridentum ha cominciato la predisposizione del terreno di posa dei diaframmi. Il tutto nell’attesa che si decida se la galleria verrà realizzata con 4 frese o con 2, quindi scavando solo da sud.

Il Comune ha chiesto formalmente che si operi con solo due talpe, il che rallenta i lavori, ma permette - spiega palazzo Thun - di operare meglio sul fronte dei cameroni. A decidere sarà ora Rfi, nell’ambito del contratto con il Consorzio.

Intanto prosegue la sua attività anche l’Osservatorio per l’Ambiente e la sicurezza, che mantiene i contatti con i comitati e cerca di dare loro risposte. Il corposo dossier inviato dal Comitato per la mobilità sostenibile e dalla rete dei Cittadini, sarà all’ordine del giorno del prossimo Comitato tecnico scientifico, che prevede di avere anche la nuova valutazione sulla stabilità della collina a est della città.

Due o quattro talpe. Lo aveva anticipato l’assessore Ezio Facchin, ora lo conferma il sindaco Franco Ianeselli: «Sì, abbiamo chiesto di operare con 2 frese anziché 4 contemporaneamente. Sono iniziate le interlocuzioni, sarà Rfi a decidere». Ma perché la richiesta? Perché ormai si è fuori dal Pnrr, quindi non c’è nessun obbligo di chiudere il cantiere nel 2026.

E allora se è così, l’ipotesi di usare solo due talpe permetterebbe di lavorare meglio sui cameroni: in origine le 4 talpe si sarebbero incrociate a metà strada, dopo aver fatto, più o meno sotto San Donà, una galleria più larga. Arrivate a toccarsi, sarebbero state smontate. Solo finito il bypass, si sarebbe proceduto a fare materialmente i cameroni, che permetteranno al traffico ferroviario diretto a nord di bypassare Trento.

Con un’unica talpa al lavoro, una volta superato il punto in cui si devono realizzare i cameroni, dietro la talpa che prosegue verso nord si può già iniziare. «Si anticiperebbe il lotto 5» assicurano a palazzo Thun. Soprattutto, si ridurrebbero e di molto i disagi in San Martino, per il via vai di camion che non ci sarebbe più.

Restano i problemi contrattuali: sia chi paga le due frese che resterebbero ferme, sia il tempo in più da prevedere per il cantiere. Ma questi sono aspetti che riguardano Rfi, Consorzio e il contratto tra loro (che non è pubblico)

Il cantiere nord. Restando al cantiere, tecnici e operai ora sono al lavoro su piazzale Filzi. Al momento sono in corso solo le operazioni preparatorie: sarà con l’inizio dei lavori ai diaframmi che si entrerà davvero nel vivo. Perché si tratta di fare a nord quel che si è fatto a sud: installare delle paratie ai lati, i diaframmi appunto, e un tappo di fondo, e poi eliminare la terra: questo permetterà di realizzare lo spazio per le talpe, che siano in ingresso o uscita non cambia.

Due o quattro talpe al lavoro, non fa differenza per il cantiere: si faranno le medesime lavorazioni. Compresa la chicane, che servirebbe comunque, e non è detto venga realizzata più in là, in termini di tempo, in caso di solo due frese al lavoro.

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