Viabilità / Divieto

Via Pinara a Povo rimarrà chiusa al traffico: il Tar dà ragione al Comune, tutto legittimo

Dopo una lunga diatriba e proteste dei residenti di Povo e Borino, la vicenda è approdata dai giudici amministrativi, con la pronuncia

IL CASO Il Comune resiste al ricorso dei residenti

 

TRENTO. Il Tar di Trento ha respinto il ricorso presentato da due residenti che avevano chiesto l'annullamento, previa sospensione, dell'esecuzione dell'ordinanza del Comune di Trento che l'8 ottobre 2024 ha chiuso il tratto di strada dal civico 2 al civico 6 di via Pinara a Povo, nonché tutta un'altra serie di restrizioni per render la via più sicura.

Il Comune di Trento si era costituito in giudizio e con la sentenza pubblicata ieri il Tar, oltre che respingere il ricorso dei residenti, li ha condannati a corrispondere al Comune 2 mila euro per le spese di giudizio.

Secondo il Tribunale amministrativo il ricorso è privo di fondatezza per varie ragioni. Tra queste c'è la questione del parere chiesto alla circoscrizione e oggetto già di un dibattito. In un primo momento, infatti, la risposta era stata data dal Presidente della circoscrizione. «Inizialmente non c'è stato un vero e proprio "via libera" del consiglio, ma erroneamente ho dato io una risposta veloce, vista anche la pressione del Comune su questo tema - aveva spiegato il presidente Sergio Casetti - e riconosco di aver sbagliato e di aver sottovalutato la questione. In quel momento ho detto che "secondo me"quello della chiusura poteva essere un intervento attuabile, ma avrei dovuto fare un passaggio in più. Tant'è che, successivamente, il consiglio si è espresso negativamente, anche se ormai il Comune si era già mosso in altro modo».

Per i ricorrenti quel parere non poteva ritenersi legittimo, mentre per il Tar lo è. Inoltre il Tar, nella sentenza fa presente che in materia di provvedimenti limitativi della circolazione veicolare, le scelte dell'amministrazione non sono censurabili nel merito da parte del giudice amministrativo «se queste sono assunte secondo criteri di ragionevolezza e proporzionalità e sulla base di adeguata istruttori». Valutati gli atti il Tar ha sentenziato che «l'ordinanza impugnata appare del tutto ragionevole e proporzionale allo scopo per cui è stata adottata», sottolineando che in precedenza il Comune aveva anche adottato altre misure per rendere la strada più sicura, ma senza raggiungere il risultato sperato.

«Nonostante gli interventi il monitoraggio effettuato dall'Amministrazione circa il numero dei veicoli transitanti e la velocità degli stessi evidenziava ancora passaggi giornalieri rilevanti e velocità significative». Alla luce di ulteriori segnalazioni che chiedevano di mettere in sicurezza la strada per i pedoni il Comune ha deciso per la chiusura del tratto senza case.

«La pretesa dei ricorrenti di sostituirsi all'amministrazione nell'adozione di misure in tesi migliori cozza contro principi ineludibili dell'ordinamento denunciando la natura esclusivamente personale dell'interesse fatto valere dai ricorrenti medesimi che risiedono in via Pinara e in via Borino meno direttamente coinvolti dai problemi di sicurezza della viabilità che l'ordinanza impugnata tende a risolvere», si legge nelle motivazioni che dunque evidenziano come, l'interesse collettivo, debba prevalere su quello dei singoli. 


 

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