Spettacoli / Spazi

Cinema Roma, Lazzeri non si arrende e pensa a due sale sotterranee al Vittoria

Ore di attesa per il nuovo pronunciamento del giudice civile, ma intanto il gestore della Filmax guarda avanti, anche con una soluzione tutta in centro storico: «Proveremo di tutto»

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IL SOSTEGNO Le firme per non far chiudere il Cinema Roma
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di Francesca Cristoforetti

TRENTO. Si spengono le luci del Cinema Roma, ma non la speranza sulle sue sorti. Mercoledì sera, la seconda e ultima proiezione del film “Il cielo sopra Berlino”, questa volta in lingua originale, in tedesco con sottotitoli. Una data «non prevista» che è stata aggiunta a quella del giorno prima, vista l’altissima affluenza registrata per la serata di martedì, con i biglietti andati a ruba nel giro di due ore per salutare la storica sala cinematografica di corso Tre Novembre che rischia di chiudere i battenti per sempre. Massimo Lazzeri, rappresentante della Filmax, la società che gestisce i cinema Modena, Vittoria e dal 2002 anche il Roma, sta ancora combattendo per tenere in mano la preziosa attività, amata da tutti i cittadini del capoluogo.

Proprio ieri mattina, poche ore prima dalla proiezione, davanti al giudice civile dottor Massimo Morandini, si è svolta l’ultima udienza, o meglio l’ultimo tentativo contro l’ordinanza di sfratto che dovrà essere eseguita ufficialmente domani.

Dopo ricorsi e contro-ricorsi al Tar, questa udienza in sede civile potrebbe rappresentare l’ultima possibilità prima che la famiglia Lazzeri consegni le chiavi all’ufficiale giudiziario. «Il giudice si è riservato, ma vista l’urgenza speriamo di avere un verdetto già domani (oggi, ndr) o dopodomani (domani, ndr) - ha dichiarato l’avvocato Giovanni Grillo che difende i rappresentanti della Filmax - abbiamo chiesto la sospensione dell’ordinanza di sfratto fino alla sentenza di merito, argomentando che la cessazione dell’attività per noi è un danno enorme nell’immediato, mentre per la controparte no, visto che al momento, in ogni caso, non può utilizzare quell’immobile».

Nel frattempo Massimo Lazzeri non si lascia prendere dallo sconforto: «Tentiamo il tutto per tutto». Questo però non significa mettere un freno ai progetti futuri. «Rimaniamo aperti a qualsiasi opzione. Al momento rimane aperta l’ipotesi al Vittoria, per trasformarlo in multisala, aprendo due ulteriori sale da circa un centinaio di posti ciascuna ma preservando quella già esistente, negli ampi scantinati sotto terra, dove un tempo si trovavano gli antichi bagni diurni della città. Il sottosuolo chiaramente può essere complicato da restaurare, ma sarebbe un bel progetto vista la posizione in pieno centro storico e vicino al teatro sociale. La città ha bisogno al più presto di nuove sale cinematografiche per coprire anche quella domanda di cinema d’essai che senza l’Astra, in parte, è andata a perdersi».

Su altri progetti invece, come quello della stazione delle corriere: «Noi siamo pronti a partecipare a bandi pubblici e capire le proposte anche da parte delle istituzioni».

Il sostegno arriva anche dagli stessi dipendenti. «Ho avuto l’onore di lavorare presso il Cinema Nuovo Roma - ha scritto in una lettera Valentina Marcon, 25 anni, tecnica proiezionista, da sempre attiva in ambito cinematografico - Per me, questa chiusura rappresenta un lutto gravissimo. Ho avuto l’onore di lavorare qui, un luogo che non era solo uno spazio di proiezione, ma un punto di riferimento per la nostra comunità. La sua chiusura lascia un vuoto incolmabile nel tessuto sociale e culturale della nostra città. Trento aveva bisogno di questo cinema, non solo come spazio fisico, ma come simbolo di aggregazione e diffusione culturale. È con rabbia e dolore che assisto a questa decisione. Non è giusto che un’istituzione culturale, presente dal 1939, venga sacrificata in nome del progresso edilizio. In un momento storico in cui la ripresa dovrebbe passare anche dalla valorizzazione della cultura, vederla soppressa dal cemento è semplicemente inaccettabile. Voglio esprimere tutta la mia gratitudine ai colleghi e alle colleghe con cui ho condiviso momenti indimenticabili, e a ogni singolo spettatore e spettatrice. Ma non è ancora finita: c’è speranza. Non arrendiamoci. Insieme possiamo ancora cambiare le cose e dimostrare che la cultura ha un valore che non può essere abbattuto e cancellato».

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