Vende sigarette a un minore Multa e 15 giorni di chiusura Pomarolo, tabaccaio in difficoltà
Per due settimane, dal 15 al 29 ottobre, non potrà vendere sigarette ed altri generi di monopolio. L'avviso di sospensione della licenza, che le forze dell'ordine i giorni scorsi hanno appeso alla porta d'entrata della tabaccheria, non se l'aspettava proprio. Soprattutto non a distanza di oltre un anno da quell'episodio che aveva già pagato a caro prezzo con una multa di circa 1000 euro.
«Una sorpresa davvero amara, non me l'aspettavo minimamente - afferma dispiaciuto il titolare Ivano Miotto - Pensavo fosse una storia chiusa».
Tutto risale al settembre 2016, quando un pacchetto di sigarette fu venduto ad un ragazzo minorenne al quale non era stato chiesto il documento d'identità. Denunciato dal padre del giovane, era stato sanzionato. Una violazione che il titolare pensava di aver archiviato con il pagamento della multa.
«Ho sbagliato, lo ammetto. Ma non pensavo che una leggerezza del genere comportasse anche la sospensione della licenza per 15 giorni. In 21 anni di attività - ammette rammaricato il tabaccaio - non ho mai sgarrato e non mi aspettavo una batosta così pesante: due settimane senza incasso dei generi di monopolio (circa 300 euro al giorno, ndr) è un duro colpo.
In un paese piccolo come Pomarolo poi, dove il giro non è quello di una città e il tabacchino rappresenta anche un punto di riferimento, questa disavventura proprio non ci voleva, mi ha messo in ginocchio».
Quello che indispone però di più l'esercente è il meccanismo farraginoso della legge: «Dopo più di un anno, improvvisamente, i carabinieri mi hanno recapitato una notifica di sospensione e il 15 ottobre ho dovuto togliere dagli scaffali tutti i pacchetti di sigarette che sono stati sigillati e depositati in magazzino - racconta Miotto che in questi giorni ha ridotto l'orario di apertura alle 17.30 -. Io capisco tutto, ho ammesso il mio sbaglio, ma essere puniti in questo modo, dopo oltre 20 anni di servizio e un solo sgarro, è umiliante.
Chi se lo aspettava, pensavo fosse acqua passata. Da parte del monopolio mi sono sentito trattato alla stregua di un numero, non calcolano minimamente l'impegno che tu puoi mettere in tanti anni di lavoro e il servizio che fai alla comunità». È dal 1996 che Ivano, tutti i giorni, apre la tabaccheria di piazza Battisti, l'unica del paese. Anche se, come anticipa spazientito, lo farà ancora per poco.
«Due settimane di sospensione, non sembra, ma sono tantissime: una bella perdita economica. Questa è la molla in più che mi spinge a lasciare. Sono già in pensione, ma per il paese il tabacchino è un luogo di riferimento importantissimo. Fino a Pasqua terrò aperto. Poi, che riesca a vendere la licenza o no, chiuderò».