Guardia medica litiga con paziente algerina
È duro il mestiere della guardia medica. E non solo per le emergenze che, specie nei fine settimana, è costretta a tamponare e nemmeno per il continuo sostituire i tanti medici di base che l’week end, spesso e volentieri, non si rendono disponibili. Questi contrattempi, d’altro canto, rappresentano la consuetudine. L’aspetto più difficile del ruolo, infatti, è il districarsi tra usi, costumi e culture di paesi agli antipodi.
Ne sa qualcosa una guardia medica di Ala che, dopo uno screzio con una donna algerina che insisteva affinché visitasse la sua bambina di 3 anni, si è trovata a processo con l’accusa di rifiuto di atti d’ufficio. Un reato che prevede la reclusione fino a due anni. Il giudice del tribunale di Rovereto Fabio Peloso ha però assolto l’imputata (difesa dall’avvocato Alessandro Soini) perché il fatto non costituisce reato
Alla base del contenzioso, come detto, c’è una situazione che è esplosiva in ogni ambulatorio dell’Azienda sanitaria. La società, d’altro canto, è cambiata da tempo, è multietnica, è vissuta da comunità che hanno sensazioni e sistemi sociali diversi.
Sabato 24 settembre 2016 una donna algerina ha accompagnato la bimba di 3 anni dalla guardia media per togliere i punti di sutura. La piccola, una settimana prima, era caduta tagliandosi sul collo. Al pronto soccorso, dopo le cure del caso, era stata dimessa con il consiglio di recarsi, dopo sei-otto giorni, dal pediatra. Ma, come detto, nell’week end l’unico professionista disponibile nelle feste comandate è la guardia medica. E così la donna, che voleva solo togliere i punti alla figlia, si è presentata in ambulatorio e ha insistito affinché la dottoressa provvedesse a sistemare la cicatrice. Al diniego - «non è nostro compito, come da protocollo, e non c’è nemmeno urgenza visto che, tra l’altro, sono punti punti che si riassorbono da soli», ha spiegato in tribunale il medico - è scoppiato il finimondo. Con la mamma algerina che ha dato della pazza al medico e quest’ultimo che ha bollato come stupida la paziente. Come prevedibile sono intervenuti i carabinieri, sollecitati dalla signora. E proprio il comandante della stazione di Ala Roberto Bau è riuscito a rasserenare gli animi. Tant’è che il medico di guardia, pur non rientrando nel suo mansionario, ha visitato la piccola e tutto è finito bene. Peccato, però, che è stata formalizzata la querela per omissione di atti d’ufficio e tutta la questione è finita a processo.