Ricatto a sfondo sessuale dietro l'addio del parroco
Servirà tempo per capire se porteranno a qualche cosa gli accertamenti messi in campo sulla gestione delle parrocchie di Chizzola, Serravalle, Santa Margherita e Pilcante. La Curia parla di irregolarità, l’ormai ex parroco rivendica la buona fede e la correttezza di quanto fatto. E sul punto null’altro si può dire, allo stato attuale.
Quelli che stanno emergendo più chiaramente sono i dettagli dell’altro filone d’indagine. Quello che vede don Ezio Seppi vittima di una presunta estorsione a sfondo sessuale.
Ad «incastrare» il cittadino rumeno attualmente in carcere è stata un’operazione dei carabinieri risalente al novembre scorso.
Riavvolgendo il nastro, quel che è noto al momento è che don Ezio Seppi, sotto la pressione di richieste illecite, si è presentato dai carabinieri chiedendo aiuto. Delle persone - ha spiegato - l’avevano trasformato in una vittima d’estorsione. Volevano, cioè, da lui qualcosa e per ottenerlo avrebbero usato la minaccia. Nello specifico, secondo l’accusa, pretendevano da lui del denaro. Lui già aveva consegnato 10 mila euro (secondo l’indagato, non sotto costrizone ma per volontà propria).
I carabinieri si sono mossi di conseguenza. Prima hanno fatto qualche accertamento, rendendosi conto che gli elementi per procedere c’erano. Poi hanno permesso che si organizzasse lo scambio di denaro: serviva la prova dell’estorsione. Ed hanno ideato quella che di fatto è stata una trappola. E quindi quando, quella sera di novembre, un uomo si è presentato in canonica per ritirare il denaro che don Ezio doveva consegnare (d’accordo con i carabinieri), i militari erano lì ad aspettare.
E l’hanno fermato e quindi arrestato in flagranza di reato.
Da quel momento in poi è accaduto ciò che succede in questi casi. L’uomo è stato subito accompagnato a Spini di Gardolo, dove è rimasto fino alla successiva convalida dell’arresto, avvenuta in carcere. Nell’occasione la procura ha chiesto - e ottenuto - la misura cautelare della custodia in cella.
Quanto all’indagato, risulta tuttora detenuto. Il suo avvocato ha fatto immediato ricorso al tribunale del Riesame, ma l’istanza di scarcerazione - o per lo meno di modifica della misura cautelare in una meno afflittiva - è stata valutata ormai qualche settimana fa e rigettata.
L’uomo per ora non ha parlato con gli inquirenti - tanto in sede di convalida quanto nell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere - ed ora attende la notifica della chiusura indagini, con l’esatto capo d’imputazione. Ma par di capire che rigetta le accuse mosse dalla procura. Lui - questa la tesi - sarebbe semplicemente stato messo in mezzo: quella sera sarebbe andato all’appuntamento con il parroco per conto di una terza persona, una donna. Avrebbe semplicemente dovuto fare da tramite, in qualche modo da postino, forse ricavandoci al massimo una percentuale per il disturbo. E ora sarebbe costretto a vivere le conseguenze di una vicenda che lui non ha causato né ha condotto. Se questa tesi sia credibile o meno lo valuterà - nel caso in cui ci si arrivi - l’eventuale procedimento penale. Certo l’uomo ora in carcere non è l’unico coinvolto in questa inchiesta. Risulterebbero indagate anche due donne, una per estorsione e l’altra per truffa. Ma su di loro - a parte il fatto che si tratta della medesima inchiesta - non sono emersi ulteriori dettagli.
Una brutta storia, quella dell’estorsione, che è stata forse alla base anche degli ulteriori accertamenti finanziario-contabili effettuati sulle parrocchie servite da don Ezio Seppi. Perché i controlli sulla gestione da parte della Curia sono stati effettuati, come ha spiegato la stessa Arcidiocesi, «a seguito di segnalazione ricevuta dall’autorità giudiziaria».