Sant'Antonio a Pomarolo: aperta la chiesetta
Domenica, sopra Pomarolo, si è tenuta la tradizionale messa di Sant’Antonio, la prima senza Gianpaolo Bossi Fedrigotti. Era stato il conte, scomparso lo scorso luglio, a recuperare un’antica usanza contadina, aprendo le porte della sua tenuta alla comunità. «È dal 1996 che organizziamo questo momento conviviale, offrendo grostoli e vin brulè ai partecipanti - racconta la moglie Vanna -. Mio marito è sempre stato legato a questo luogo. E quando ci raccontarono che un tempo, a Savignano, si teneva una grande festa per celebrare Sant’Antonio, ci piacque l’idea di far rivivere la tradizione».
Anche domenica molti abitanti di Pomarolo e Savignano hanno raggiunto a piedi la chiesetta posta a metà strada tra i due paesi. «È una delle rare occasioni che il piccolo santuario, già citato nel 1230, apre ai fedeli (tre le celebrazioni durante l’anno: Sant’Antonio, rogazioni e il 5 agosto per la Madonna della neve, ndr). Un luogo di culto antichissimo, che sorge su un’antica via ed era punto di sosta per i pellegrini», spiega don Enrico Setti che ha allestito nell’edificio un piccolo museo coi quadri votivi che la gente del posto ha dedicato al santo. La devozione dei pomarolesi verso il protettore di animali e raccolti non è mai mancata. E non è mai mancato il profondo affetto del conte Gianpaolo Bossi Fedrigotti verso l’antica chiesetta tanto che, dopo il funerale ufficiale tenutosi a Lugano, venne officiata una messa in suo ricordo anche a Sant’Antonio.