L’importanza della doppia lingua nella toponomastica cimbra
La terra cimbra (Zimbar Earde) consegna quotidianamente ai turisti, ai visitatori ed ai montanari la proprio bellezza e la propria storia. A poca distanza da questo territorio si distende l’altopiano dei Sette Comuni e proprio in questo luogo, che raccoglie le testimonianze etnico-linguistiche degli Altipiani Cimbri, i cartelli indicativi dei paesi sono scritti in bilingue, in italiano ed in cimbro. Uno spruzzo di storia, un piccolo ma significativo legame con il passato.
Asiago in cimbro è Sleghe e gli abitanti ne vanno orgogliosi. Tanto, appunto, da volere il doppio idioma sul cartello stradale visibile da chiunque raggiunga la cittadina dell’Alto Vicentino.
Non è nostalgia del tempo ma la ricerca che piccole comunità montane possono adottare, insieme ad altre forme, per concretizzare una identità.
C’è chi parla del recupero del dialetto, ma purtroppo tra qualche anno nessuno userà questo sistema comunicativo, un patrimonio linguistico che scappa portandosi in saccoccia le tradizioni e la cultura dei luoghi e disperdendo così un patrimonio unico di usi, costumi e cultura davvero popolare. Nelle scuole dell’Altopiano, per tenere vive le tradizioni, si è progettato un corso di cimbro, un corso soft, all’inizio osteggiato da molti ma ora accolto piacevolmente soprattutto dai bambini. Un segnale, lieve, ma pur sempre un segnale. In val di Fassa e in val dei Mocheni le indicazioni sono nelle lingue originarie ladino e mocheno, oltre che in italiano. Sull’Alpe Cimbra questo accade solo a Luserna, l’enclave cimbra, dove per fortuna la popolazione cerca di proteggere la propria parlata.
Una minoranza linguistica rappresenta un punto di partenza, una conquista, una ricchezza. Tutto ciò è testimoniato anche dalla mostra recentemente inaugurata dal titolo «Il ritorno del lupo», dove cartelli e didascalie in ben quattro lingue (italiano, tedesco, inglese e chiaramente cimbro) caratterizzano la rassegna.
Bene farebbero le amministrazioni comunali di, Folgaria e Lavarone, nonché la Provincia, a progettare un riordino della segnaletica, anche in considerazione dell’esistenza della Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri, un ente istituzionale creato proprio dalla Provincia, che mette insieme tre municipalità (Luserna, Lavarone e Folgaria). Gli uomini di queste terre hanno condiviso per secoli la stessa sofferenza, la stessa cultura, la stessa storia, hanno combattuto la stessa povertà.
Per poter avere un completamento strategico, turistico e culturale dell’intero territorio sarebbe opportuno riprendere in mano anche la toponomastica ed assegnare alle vie e alle piazze i vecchi nomi legati al territorio, all’ambiente, ad una famiglia, alla storia. Iniziative semplici che rappresentano un valore aggiunto.