L'artista ridipinge la chiesa Però non avvisa nessuno
La facciata colore indaco, i finti sassi agli angoli, una spiazzante «schacchiera» biancorossa sul timpano. Appare così, oggi, l’antica chiesetta della Madonna delle Nevi, nella piccola frazione di Potrich, a Terragnolo. Il colore giallo a cui erano abituati gli abitanti è oggi solo un lontano ricordo.
La causa di tutto? Un imprevisto restauro fantasioso da parte di un privato che, saltando a piedi pari tutti i vincoli di tutela architettonici, di sua spontanea iniziativa ha ridipinto le pareti esterne. Una libertà che però ora potrebbe costare cara a Marino Rossi, decoratore artistico originario di Thiene, ma da qualche anno residente nella frazione. «È da quarant’anni che frequento Potrich e, assieme alle altre famiglie del posto, ci siamo sempre presi cura noi della cappella. Negli anni abbiamo rifatto il tetto, il sostegno della campana e sanato le infiltrazioni: era ridotta “alla fame” e se non fossimo intervenuti sarebbe crollata - afferma l’artista -. Ammetto che questa sia una colorazione un po’ eccentrica, ma è un omaggio al cielo e agli occhi della Madonna».
La scoperta da parte del Comune, proprietario dell’immobile, è avvenuta il giorno della festa patronale, lo scorso 5 agosto, quando tutti hanno preso visione della nuovo restyling. «Non sapevamo nulla, ce la siamo trovata così - ammette il sindaco di Terragnolo Lorenzo Galletti -. Questa persona ha agito di sua iniziativa, senza chiedere niente a nessuno. E, ovviamente, senza pensare alle conseguenze. Ora valutiamo il da farsi».
Mettere mano a un bene storico-artistico tutelato dalla Soprintendenza, senza le dovute autorizzazioni, è infatti reato. Ed è proprio per questo che la vicenda risulta piuttosto delicata. Il Comune, che sta valutando se sporgere o meno denuncia visto che è proprietario del manufatto, sta effettuando le verifiche del caso, ma non vorrebbe forzare la mano.
«Stiamo procedendo con dei sopralluoghi per cercare di ricostruire la dinamica e lo stato prima e dopo dell’edificio. Non vogliamo mettere alla gogna nessuno, ma è giusto che ognuno si prenda le proprie responsabilità - spiega il sindaco -. Può darsi che uno non sappia che il bene sia protetto dalla Soprintendenza, ma è impensabile che uno non si interfacci nè con il proprietario, in questo caso il Comune, nè con gli abitanti. Sicuramente l’ha fatto in buona fede, ma una persona ci pensa su due volte prima di ridipingere un edificio che non è suo».
Da un giorno all’altro le pareti giallo ocra, alle quali erano abituati gli abitanti della valle, sono state pitturate di azzurro-lilla. Un colpo d’occhio che non è passato inosservato e ha scatenato un’accesa polemica anche sui social network. «La chiesetta è sempre stata della contrada. Dal 1926, anno in cui venne benedetta, le famiglie del posto (ora ridotte a tre nuclei, ndr) l’hanno allargata e preservata dal logorio del tempo. Sono stato io tra l’altro a pitturarla di giallo nel 1978 - spiega Marino, la cui moglie è originaria di Potrich - e finché ci saremo non mancherà mai una candela accesa, un fiore fresco e la festa del 5 agosto, unico momento d’aggregazione. Le altre sono chiacchiere. Se è un reato prendersi cura di una frazione semidimenticata invito chiunque abbia da dire a venire a visitarla».