La partita era finita a pugni: quattro gli indagati per rissa
Quel che accade in campo resta in campo. Regola ferrea dello sport, ma con qualche eccezione. Perché se nel rettangolo di gioco si menano le mani, scambiando l'erba su cui si è corso per 90 minuti, per un improvvisato ring, allora ecco, è possibile che quel che accade in campo finisca dritto in procura. È quel che è successo con una partita di calcio di prima categoria del settembre scorso ad Isera: in quattro sono indagati per rissa, uno pure per lesioni aggravate, perché in tutto questo menare mani e piedi c'è anche chi ci ha rimesso la mandibola, fratturata. In quattro adesso rischiano di finire a processo: non si scherza più.
Quando è arrivato il responso del giudice sportivo, a suo tempo, i quattro già pensavano di essere stati mazziati a sufficienza. Non possono mettere piede sui campi da gioco per un periodo lungo: a seconda dei casi, da 14 mesi a 5 anni. E invece la parte più delicata doveva ancora arrivare: quel giorno per soccorrere i feriti è servita l'ambulanza, per sedare gli animi la polizia. È ovvio che le conseguenze non potevano restare nell'ambito della giustizia sportiva. Ed ora l'orizzonte concreto è che quei fatti finiscano davanti ad un giudice.
La vicenda è poco chiara, per adesso. Perché da una parte c'è il referto dell'arbitro, ma dall'altra ci sono le società che quel referto l'hanno contestato. In sede di giustizia sportiva i loro rilievi non hanno sortito grande effetto, ma evidentemente il fronte penale è tutt'altra storia. Ed è facile immaginare che le difese faranno valere la diversa ricostruzione dell'accaduto. Comunque sia quel che sembra appurato, ad oggi, è che il 29 settembre scorso, sul campo di Isera, si è disputata una partita di prima categoria: Isera contro Baone. A passare alla storia sarà il fine partita. Pare che l'ira sia stata scatenata da un diverbio tra due giocatori (che si sono sputati addosso reciprocamente). Da lì, le due squadre sono passate dal giocarsi la vittoria inseguendo un pallone, all'inseguirsi a vicenda. Negli atti di indagine si parla di una rissa, che avrebbe coinvolto una ventina di persone. Ma quando il gruppo è grande, si fatica ovviamente a identificare tutti. L'arbitro ha chiaramente riconosciuto quattro individui.
E i quattro nomi li ha messi sul referto. Ed evidentemente pure la polizia ha ricostruito la medesima dinamica, perché quattro sono gli indagati. Il più inguaiato sembra essere Mirsad Keric, assistente arbitrale e tesserato Isera. Lui avrebbe dovuto aiutare l'arbitro come guardalinee; secondo l'accusa, la bandierina l'avrebbe usata invece, a partita finita, come sciabola con cui cercare di ferire qualche giocatore. Altrettanto avrebbe menato le mani l'allenatore dell'Isera, Thomas Voltolini, indagato perché avrebbe scambiato calci, pugni e schiaffi con un giocatore avversario. Infine i due giocatori: Silvio Bressan (Isera) e Andrea Pellegrini (Baone): per entrambi l'accusa è quella di aver cercato di far del male agli avversari. Pare ci sia riuscito senz'altro Bressan: un suo pugno sarebbe costato la frattura della mandibola ad un giocatore della Baone, che è parte lesa nel procedimento e si è già rivolto ad un legale, l'avvocato Luigi Campone.
Ecco, tutti loro sono indagati per rissa, Bressan pure per lesioni aggravate. La procura ha chiuso le indagini preliminari: finire a processo è un'ipotesi concreta.