Poltrona d'artista in vetta: è polemica per l'installazione di Bianconi su Cima Carega
Una poltrona a cima Carega. Sarà installata domenica nell’ambito del progetto «Sit down to have an idea», dall’artista Andrea Bianconi.
Un’iniziativa a cavallo tra l’arte e la solidarietà, che tuttavia fa discutere: la poltrona in questione, nelle intenzioni degli organizzatori, sembra dovesse rimanere lassù, a quota 2.259 metri, per sempre. Quando la Sat di Ala - Comune nel cui territorio insiste la vetta - l’ha saputo, ha fatto un salto sulla sedia. E ha allertato il Comune, che si è mosso in fretta.
Ha contattato gli organizzatori, chiarendo che nessuno mette nulla da nessuna parte, senza un’autorizzazione: «Ci hanno risposto che la poltrona sarà portata in vetta, ma poi sarà portata al rifugio Fraccaroli». Caso chiuso, insomma. Ma dopo 24 ore di fibrillazione.
Al centro di tutto c’è come detto l’artista vicentino Andrea Bianconi, che con le sue poltrone d’artista già ha realizzato performance negli spazi urbani di Bologna e al teatro Duse. Adesso ha deciso di puntare in alto, e in senso letterale. «La performance di Bianconi rappresenta un’impresa, oltre che una sfida: la rinascita dopo il baratro della pandemia - si legge in un volantino - ora si sale andando incontro alla natura incontaminata che, da tempo, urla al mondo la necessità di vivere in armonia e nel rispetto del pianeta».
Dal punto di vista pratico, la «Spedizione Carega», com’è stata chiamata, si terrà domenica. Un gruppo di runner porterà la poltrona da malga Revolto a cima Carega. Sempre domenica saranno infine vendute delle bandana con la scritta «Sit down to have an idea» e il ricavato andrà alla Fondazione ricerca fibrosi cistica.
Fin qui l’iniziativa, che in terra trentina non è stata granché pubblicizzata.
Ma alle orecchie della Sat di Ala è arrivata mercoledì. E non è proprio piaciuta, né nel metodo né nel merito: i volantini parlavano di installazione per sempre, un dettaglio inaccettabile, per i volontari alensi. Come prima cosa, i satini hanno avvisato la Sat provinciale, altrettanto contraria.
Ma poco potevano fare: a meno che l’installazione non sia in mezzo ad un sentiero, e quindi pregiudichi la sicurezza, non hanno autorità. Quindi è stata avvisata la Forestale e, soprattutto, è stato allertato il Comune.
«Trovo che sia bella l’iniziativa benefica, ma si può fare anche senza installare qualcosa in montagna - osserva il presidente della Sat di Ala Valentino Debiasi - Questa cosa ci prende in contropiede, si crea un pericoloso precedente. Se si permette questo, perché non un’auto distrutta contro gli incidenti stradali, o un water come quello di Cattelan? Mi sembra si dia un’immagine brutta della montagna, che non è commercializzabile. A me personalmente, e lo dico da cattolico, non piacciono nemmeno le croci, che ci sono su tante nostre cime. Io dico, ormai quelle ci sono, ma non aggiungiamo altro. Ognuno ha qualcuno da ricordare o un messaggio da dare. Ma perché si vuole usare la montagna? Lasciamola incontaminata. Per noi la difesa del territorio è lo scopo principale».
Non è la prima volta che iniziative venete puntano ad abbellire, dal loro punto di vista, il Carega. Nel 1998 la cresta di Costa Media è diventata Cima Tibet: un socio Cai era stato nel Langtang e, colpito dai monaci buddisti, una volta tornato a casa portò pali e bandierine multicolore di preghiera, per solidarietà con il popolo tibetano. L’anno scorso un gruppo veneto chiese di piantare da quel punto un segnale luminoso: all’epoca venne chiesto il permesso, il Comune di Ala lo negò. Adesso è l’arte che vuol lasciare il suo segno, sulla cima che sovrasta le province di Trento, Verona e Vicenza. Un segno indelebile, sembrava fino a ieri. Poi è intervenuto il Comune di Ala: «Ci ha avvisato la Sat, abbiamo scritto agli organizzatori, facendo notare che per mettere qualcosa sul suolo pubblico serve un’autorizzazione. Per averla, serve prima di tutto chiederla, a noi non ha chiesto nulla nessuno. Ci hanno risposto che la poltrona non sarà installata per sempre: dopo l’evento di domenica verrà portata al Fraccaroli». Che fosse il piano originario o si sia cambiato in corsa poco importa. Il nocciolo non cambia: cima Carega resterà incontaminata.