La storica Vigna Morela del Comune di Villa Lagarina assegnata ai Cembrani
È l’azienda agricola M.A. di Matteo Toniolli e Annalisa Gabardi ad aver vinto l’asta pubblica che assegna per 15 annate agrarie la gestione del Vigneto Morela di proprietà del Comune di Villa Lagarina. Subentra all’azienda agricola Vilàr che per vent’anni e fino all’anno scorso ha condotto il fondo rustico di quasi due ettari, ricavandone l’omonimo vino Morela. Il Comune incasserà dall’affitto 5.280 euro l’anno oltre alla fornitura, sempre annuale, di 100 bottiglie di vino utilizzate nelle occasioni istituzionali.
La M.A. ha sede a Cembra e, a Villa Lagarina, porterà le sue competenze, ottemperando a una delle più importanti tra le richieste del bando: «Da 4 anni, nella mia azienda, produco biologico - spiega Matteo Toniolli - ho collaboratori che vivono vicino al Vigneto Morela e sono già formati al bio: non sarà difficile fare altrettanto qui». Per la sindaca: «Anzitutto un ringraziamento va a Luigi Spagnolli che queste viti ha messo a dimora e se ne è curato per tanti anni. Il progetto presentato dal nuovo affittuario ha convinto la commissione giudicatrice e d’altronde i vincoli che avevamo posto come amministrazione erano molto stringenti: coltivazione e vinificazione biodinamica o biologica; attenzione al delicato contesto paesaggistico, urbano, ambientale e sociale in cui il vigneto è inserito; iscrizione del richiedente alla sezione prima dell’Archivio provinciale delle imprese agricole; accollarsi la manutenzione ordinaria e i primi 15mila euro di quella straordinaria».
Spiega ancora Toniolli: «Da qualche anno non si metteva mano a questo campo e, dunque, abbiamo subito apportato qualche miglioria, cambiando circa la metà dei pali in legno e sostituendo i fili dell’impianto a guyot. Non abbiamo potuto fare molto altro perché causa l’emergenza Covid-19 la procedura di gara si è completata a maggio quando le viti erano già in piena vegetazione: per quest’anno andremo a vendemmia così. In futuro apporteremo altre migliorie perché ci teniamo a fare un bel lavoro dato che il vigneto è situato in un posto molto visibile e quindi è importante che si presenti bene anche esteticamente». Quanto alla vinificazione: «Io faccio parte di una piccola cantina privata a Cembra (Corvèe), ma non porteremo le uve là. Vale invece la pena di vinificare qui. È opportuno che anche l’etichetta mostri che si tratta di un prodotto che si lavora interamente in un unico territorio».
Passiamo a qualche descrizione tecnica. Il fondo misura 19mila metri quadrati ed è in località Giardini, vicino alla zona sportiva. Proprio tra queste vigne si corrono a gennaio il Cross della Vallagarina, gara internazionale, e il Cross del Crus. Il bando prevede un affitto per 15 annate agrarie. Stabilisce inoltre che il vino venga imbottigliato con etichetta “Vigna Morela”: trattandosi di un toponimo spetterà al produttore fare la richiesta alla camera di commercio di iscrizione del nome geografico nell’apposito elenco provinciale delle menzioni vigna, al fine poi di ottenere la DOC Trentino. Il layout dell’etichetta dovrà essere in continuità con quello utilizzato finora, con disegno tratto dall’Encyclopédie e raffigurante la sezione di un albero per torcere la seta, in omaggio al vicino filatoio di Piazzo.
L’aggiudicazione è avvenuta il 28 aprile. Erano pervenute 4 domande di partecipazione. In precedenza, per vent’anni, l’area è stata gestita dall'Azienda vitivinicola Vilàr di Luigi Spagnolli, che ha coltivato le uve cabernet sauvignon, merlot, lagrein e teroldego messe a dimora con forma di allevamento a guyot.
Rispetto all’assegnazione, in consiglio comunale è stata presentata un’interrogazione firmata dai tre gruppi di opposizione. Il testo chiedeva che fossero indicate le imprese che hanno fatto domanda e i membri della commissione esaminatrice. Chiedeva infine se non sarebbe stato opportuno inserire, nel bando, un criterio di vicinanza territoriale. Il vicesindaco ha fornito la risposta ai primi due quesiti chiarendo che la stessa poteva essere dedotta da quanto già pubblicato sul sito internet del Comune. Quanto al terzo punto ha ricordato che Villa Lagarina è parte dell’Unione Europea e precisato che l’ipotesi è contraria al diritto comunitario «laddove risultano non conformi quelle clausole che dovessero contenere dei criteri irragionevolmente restrittivi della concorrenza, quali possono essere quelli localistici».