Sparatoria di Pilcante, un carabiniere aveva la “bodycam”, c’è un video
Il magistrato che indaga sulla morte di Tenni ha ordinato l’acquisizione di video e audio della “telecamera” indossata da un militare, collega di quello che ha sparato
ALA. In attesa del referto sull'autopsia di Matteo Tenni, il fascicolo aperto dalla procura a carico del carabiniere per l'uccisione dell'uomo a Pilcante sta per arricchirsi di un altro elemento che, una volta esaminato, potrebbe rivelarsi risolutivo. Il collega del militare, quello che era alla guida, indossava infatti una bodycam che ha registrato quel drammatico evento che ha portato alla morte di Matteo. La pm Viviana Del Tedesco ha ovviamente chiesto una copia forense per acquisire l'audio e il filmato che potrà essere determinante ai fini dell'indagine. Quantomeno per inquadrare la vicenda anche se, probabilmente, non sarà risolutivo per descrivere l'attimo dello sparo.
Però è un elemento importante proprio per capire il quadro generale. Perché la bodycam ha ripreso il salto del posto di blocco, l'inseguimento per le viuzze di Pilcante e sulla ciclabile e l'arrivo in via Angelini dove Tenni ha parcheggiato la sua macchina in garage uscendone poi con l'accetta in mano. Ovviamente si attende di capire, dopo aver scaricato e analizzato quanto registrato, se ci sia un punto fermo riguardo proprio allo sparo e alla caduta a terra, in un lago di sangue, della vittima.
Per ora, comunque, la pm ha incaricato di scaricare immagini e audio da acquisire nel fascicolo. Che non si chiuderà almeno fino a quando dall'istituto di medicina legale di Verona non arriverà la relazione dettagliata sull'autopsia.
Le bodycam, per capirci, sono generalmente utilizzate e date in dotazione a qualsiasi lavoratore che possa subire abusi e minacce di violenza sul posto di lavoro come per esempio i servizi di polizia, i vigili del fuoco e chi si occupa di sicurezza in generale. E per la prima volta, almeno in Vallagarina, finiranno in un fascicolo di indagine della procura per valutare un delitto.
Il carabiniere, allo stato, è indagato per omicidio preterintenzionale ma la pm sta cercando di capire se quanto accaduto a Pilcante sia da attribuire a legittima difesa oppure se il militare sia da processare.Le bodycam moderne, quelle in dotazione in verità ad un numero esiguo di pattuglie, sono piccole, leggere e sofisticate. Tanto da fornire una qualità video in alta definizione. E sono chiaramente dotate di infrarossi, visione notturna, integrazione con radio professionali e hanno pure la possibilità di trasmettere filmati. Quella indossata dal carabiniere che guidava la macchina di servizio, dunque, non ha solo ripreso ma registrato i dialoghi tra i due colleghi dentro l'abitacolo e tra il capopattuglia e la centrale operativa di Rovereto. Elementi utili a capire la situazione anche dal punto di vista psicologico, specie quando ci si è trovati di fronte ad un uomo che brandiva un'accetta.
Per ora si sa solo che è stato sparato un unico colpo, risultato mortale. Mirando, questa la prima ricostruzione, in basso. Anzi, forse il carabiniere voleva colpire il piede ma nella concitazione del momento l'uomo che aveva di fronte deve aver alzato la gamba e il proiettile l'ha centrato al ginocchio. É entrato da sopra ed è uscito da dietro. Ma quel tragitto ha fatto in tempo a recidere l'arteria femorale e a far morire dissanguato Matteo Tenni.
Insomma, ad oggi l'ipotesi è quella di aver sparato per fermarlo e non certo per ammazzarlo. La vittima era affetta da decenni da una patologia conclamata che di quando in quando faceva capolino. Chi lo conosceva lo dipingeva come un ragazzone problematico ma tranquillo. Però il germe della pazzia ogni tanto usciva e lo cambiava radicalmente. Come il pomeriggio del 9 aprile quando si è spento sul vialetto di casa.