Viabilità / La polemica

Folgaria chiede di fermare i Tir, la giunta provinciale investe 4 milioni per allargare la strada statale

Duro attacco di Filippo Degasperi («agevolano i Veneti»), ma il sindaco Rech replica: «I lavori vanno fatti, è la strada più malmessa del Trentino, perché dobbiamo essere noi i più sfigati?»

IL CASO Quando Rech chiedeva "una regolamentazione del transito dei Tir"

di Tiziano Dalprà

FOLGARIA. Ha aperto un fronte polemico la decisione della Provincia di investire quattro milioni di euro per riqualificare parte della strada statale 350 che collega Calliano con Folgaria allargandola in alcuni punti e rendendo più "morbide" alcune curve.

Perché c'è chi ci ha visto una scappatoia per evitare di affrontare quello che per molti è il vero problema dell'arteria, ovvero il traffico parassitario, soprattutto di mezzi pesanti, verso il Veneto.

A dare voce a questa posizione è il consigliere provinciale Filippo Degasperi. «La scelta del presidente Fugatti - argomenta - di spendere qualche milione di euro per facilitare il transito dei Tir tra Folgaria e Calliano ha un che di surreale. Gli abitanti chiedono che il loro territorio non sia sfuttato come corridoio al servizio dell'Est Europa e del Veneto e in cambio ricevono, non i controlli sui mezzi pesanti, sempre negati da Fugatti, ma la rettifica e l'allargamento della strada in modo da rendere ancora più appetibile la scorciatoia che attraversa gli Altipiani. Ora comprendiamo la ragione del diniego del Centrodestra tutto all'attivazione, da noi richiesta, del monitoraggio costante dei Tir con finalità dissuasive. Non avevamo capito che l'obiettivo era agevolarne il passaggio a spese dell'ambiente, della sicurezza e della salute dei trentini».

Una lettura, quella di Degasperi, radicalmente rigettata dal sindaco di Folgaria Michael Rech, che per parte sua non nega che il transito dei mezzi pesanti per l'altopiano per risparmiare i costi dell'autostrada e per ridurre di diversi chilometri il percorso non sia un problema da affrontare, ma al tempo stesso plaude al provvedimento provinciale. «Ringrazio la Provincia ed il presidente Fugatti. La strada va messa in sicurezza, le polemiche sono solo pretestuali e lasciano il tempo che trovano, e guarda caso sono sempre da parte di coloro che non vivono in montagna - dichiara il sindaco -. La via di comunicazione presenta delle criticità enormi nel tratto delle gallerie vicino all'abitato di Dietrobeseno. Non si capisce perché la gente che abita sull'altopiano non possa avere una strada consona alla modernità ed ai vincoli di sicurezza. Penso sia un loro diritto».

«L'investimento - sottolinea Rech - non deve essere fine a se stesso, e infatti in programma ci sono altri tratti della via di comunicazione, che vanno sistemati e messi in sicurezza. Non esistono in Trentino strade messe male come la 349 (statale della Fricca, ndr) e la 350 (strada del Mont, ndr), non è che noi dobbiamo essere i più sfigati».

Resta il fatto che il passaggio dei tir dal Brennero al Veneto attraverso l'altopiano è un problema strutturale del territorio di Folgaria, Lavarone e Luserna. «Questo è un tema - ammette il sindaco - e siamo stati noi a denunciare il passaggio abnorme dei bisonti della strada che anziché percorrere l'autostrada usufruiscono delle nostre arterie (quella da Lastebasse a Carbonare, la Fricca ed il Mont, ndr). Abbiamo fatto la voce grossa per rallentare questo fenomeno e far diminuire questi passaggi, oltremodo pericolosi se avvengono su arterie strette. Con la Regione Veneto, la Provincia di Trento ed il Commissariato del Governo stiamo ragionando per approntare un piano di divieto, e siamo giunti quasi alla definizione unica, onde poter disporre divieti ai Tir di transito. Il progetto sulla 350 deve essere visto nella sua globalità, e ci sono statali che arrivano nei paesi e toccano i villaggi, e questo è inconcepibile. La viabilità deve seguire un criterio di efficienza e di sicurezza. Le polemiche, per favore, cerchiamo di lasciarle perdere, dato che spesso sono artefatte e costruite per dire qualcosa di contrario».

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