La disperazione della sorella di Emanuele: “È sempre stato la mia metà, persona unica”
Avio sotto shock per la morte di Emanuela. Da qualche mese il giovane aveva iniziato a lavorare nell’impresa di scavi della famiglia, insieme a papà Gianbattista
GIUSTIZIA Incidente a Isera, indagato il 23enne alla guida
AVIO. «Ema era la mia persona preferita nel mondo». Elisa, la più "piccola" dei tre fratelli Campostrini, è legatissima al fratello. Parla di lui con un grande affetto e con ammirazione. Fin qui, la sua vita, l'ha condivisa con lui in tanti momenti. La testa è piena di ricordi, di immagini, di sensazioni che terranno vivo il ricordo di Emanuele anche per mamma Maria Angela Emanuelli, papà Gianbattista e l'altra sorella, Giulia.
«Il mio fratellone - come lo descrive Elisa - è sempre stato la mia metà. É venuto a trovarmi a Londra durante il mio anno all'estero, perché amava viaggiare. Qualche giorno fa siamo stati al cinema insieme, perché si era appassionato anche a questo ultimamente. E se ho iniziato a giocare a calcio, anche questo è merito suo: lui ci giocava ma soprattutto gli chiedevo sempre di portarmi al campetto con i suoi amici più grandi. A volte non voleva, ma io lo obbligavo a portarmi con lui».
Il racconto di Elisa è pieno di istantanee della loro vita assieme nella casa di Sabbionara d'Avio. E vengono in mente sorrisi, abbracci, complicità. Ricordi felici che resteranno impressi nella sua memoria e nel suo cuore. La voce però è spenta, soffocata dal dolore di questo giorno che allo stesso modo resterà nella memoria di tanti. Non deve essere facile immaginare un futuro senza di lui. «Potrei dirne un milione di cose su di lui - continua la sorella -. Per esempio che gli piaceva l'arte, l'impressionismo soprattutto».
E chissà quante altri progetti avrebbe coltivato Emanuele Campostrini, che da pochi giorni aveva compiuto 21 anni e nei mesi scorsi aveva lasciato l'università (frequentava lingue per il marketing a Verona) per iniziare a lavorare nella ditta di famiglia, la Campostrini scavi.
Una scelta che aveva fatto in cerca della sua strada per realizzarsi nella vita. Una scelta che aveva reso orgoglioso papà Gianbattista, che insieme ai fratelli a suo tempo aveva portato avanti l'impresa fondata dal papà Aldo. Nel gennaio del 2021 a morire per una malattia era stato il fratello Mauro, lo zio di Emanuele, mentre al fianco di Gianbattista nella ditta di famiglia resta l'altro fratello, Narciso. E poi c'è Alessandro, il figlio di Mauro che con Emanuele rappresentava la nuova generazione all'interno della ditta.
É una famiglia conosciuta nel Basso Trentino quella di Emanuele, per tutti semplicemente Ema. Alto, biondo, dai lineamenti delicati, chi lo ha conosciuto da vicino lo descrive come «un angelo». Non solo per l'aspetto fisico che ne ricordava i tratti: «Era un ragazzo molto educato, gentile, sempre molto rispettoso delle persone». Questo suo aspetto lo sottolinea anche la sorella: «C'è sempre stato per tutti Ema, era una di quelle persone di cui ti puoi fidare. Sarebbe venuto in capo al mondo se glielo avessi chiesto».
Venerdì sera Emanuele era stato a Mori, in occasione di una festa di compleanno. Aveva conseguito la patente di guida da poco ed era salito in macchina con due amici, gli stessi con i quali ieri sarebbe dovuto partire per il mare. Destinazione Croazia. Quel giorno però non l'ha visto nascere, perché ha perso la vita nel tragico incidente stradale sulla Sp90 ad Isera.
La salma di Emanuele è stata ricomposta nella camera mortuaria del cimitero di Santa Maria. In quel luogo e nelle abitazioni della famiglia c'è stato un continuo via vai di persone che ieri volevano testimoniare la loro vicinanza a chi si trova ad affrontare un dolore così grande. Ci saranno anche durante l'ultimo saluto, che per il momento però non è ancora stato fissato.