Lago di Cei, in azione una draga meccanica. La sindaca: «Necessario per ripulire le alghe, per la sicurezza dei bagnanti»
Botta e risposta di Giordani con il consigliere provinciale Manica. Asportate 5 tonnellate di vegetazione acquatica. E si scopre che la Rete delle Riserve del Bondone è paralizzata per una mancata nomina di Trento
VILLA LAGARINA. Fa impressione, vedere il pesante macchinario in azione sul piccolo specchio d’acqua di Cei. Ma.. la scelta di utilizzare una draga per effettuare la pulizia annuale del fondale del lago di Cei è stata dettata da condizioni di emergenza: le piante acquatiche, data la forte proliferazione riscontrata quest'anno e il basso livello del lago causa siccità, erano diventate un vero pericolo per i bagnanti.
Peraltro l'amministrazione comunale era intenzionata a procedere con il consueto intervento dei sommozzatori per operare uno sfalcio manuale, ma intoppi burocratici in seno alla Rete delle Riserve del Bondone hanno bloccato le risorse normalmente utilizzate, costringendo la giunta ad un provvedimento più radicale e "in ritardo" rispetto al consueto. Intervento che si è concluso con l'asportazione di cinque tonnellate di vegetazione acquatica e che era comunque stato autorizzato dalla Provincia.
Così la sindaca di Villa Lagarina Julka Giordani risponde alle polemiche che erano seguite all'inconsueto intervento della draga sullo specchio lacustre. Polemiche che avevano trovato nell'interrogazione alla Provincia del consigliere provinciale (ed ex sindaco di Villa Lagarina) Alessio Manica l'espressione principale.
«Secondo una consolidata prassi - ha scritto Manica - il lago di Cei e la pulizia dei suoi fondali e delle sue pertinenze sono da anni oggetto di discussione locale, posto che il sito in oggetto è stato identificato come biotopo e SIC ma, nel contempo, ospita bagnanti e turisti in una convivenza non sempre agevole a causa della proliferazione di piante lacustri di vario tipo. Si tratta infatti di agire sul versante del contenimento tecnico di tali piante acquatiche, ed in special modo delle ninfee, con interventi localizzati e puntuali, fino ad ora svolti da una squadra di sommozzatori, per evitare pesanti impatti sulla "salute" del bacino e per consentire un utilizzo ragionato a fini turistici. A fronte di ciò, chiedo di conoscere le motivazioni scientifiche che hanno portato ad una scelta molto impattante, anziché al più puntuale e meno invasivo sistema precedente, e i motivi per i quali l'intervento è stato affidato all'esterno dal Comune, anziché direttamente dalla Provincia come è sempre avvenuto in passato».
«Il consigliere Manica - argomenta la sindaca Giordani - sostiene che negli anni precedenti l'intervento è stato eseguito dalla Provincia, ma questa è un'affermazione errata in quanto l'incarico alla ditta esecutrice è sempre stato affidato dal Comune di Villa Lagarina utilizzando il finanziamento erogato dalla Rete delle Riserve del Bondone come ente delegato. Purtroppo quest'anno, a causa della mancata nomina del coordinatore da parte del Comune di Trento, la Rete delle Riserve ha inaspettatamente sospeso l'attività, congelando di fatto tutte le risorse messe a disposizione dalla Provincia per il biotopo di Cei. Per questo motivo, l'amministrazione comunale ha dovuto in emergenza reperire risorse proprie ed organizzare, a stagione estiva già avviata, l'intervento di taglio ed asportazione delle macrofite e delle alghe infestanti che quest'anno, a causa della siccità, avrebbero messo a repentaglio la balneabilità. La Provincia, pur privilegiando lo sfalcio manuale, ha autorizzato l'utilizzo di una draga, riconoscendo la situazione di emergenza e le limitate risorse economiche a disposizione. Ringraziamo la struttura provinciale per aver compreso la difficile situazione ed autorizzato questo intervento che ha garantito la balneazione del Lago di Cei».