Si infiamma lo scontro sulla Valdastico: «Ormai sono contrari anche i veneti»
La Lega difende il progetto («Arteria fondamentale»), i Verdi sollevano il tema dei costi
VALLAGARINA. L’autostrada Valdastico con sbocco a Rovereto sud ha un «impatto ambientale minimo» mentre porterà nel roveretano sviluppo economico e relazioni col mercato europeo. Lo sostiene il capogruppo della Lega in Consiglio provinciale Mara Dalzocchio. L’ambiente sarà pesantemente danneggiato, a partire dalle sorgenti come lo Spino fondamentali per l’approvvigionamento idrico soprattutto in tempi di siccità, ribatte la consigliera verde Lucia Coppola. E dal punto di vista delle ricadute economiche, ricorda il Patt, l’attuale ipotesi di tracciato al massimo attrae turisti sul lago di Garda, mentre per il traffico merci viene bocciato anche dai Comuni e dagli industriali vicentini, «una vera e propria tegola per i sostenitori del progetto con uscita a Rovereto sud».
Si infiamma il dibattito sul completamento dell’A31 con sbocco a Rovereto, dopo il via libera della giunta provinciale alla variante al Piano urbanistico (Pup) che introduce questa possibilità. «Pensiamo concretamente a portare a casa questo primo passaggio importante per il futuro del nostro territorio che richiede questa infrastruttura da troppo tempo - sostiene Dalzocchio - Il confronto si sta già svolgendo, dopo anni di immobilismo, dal 2018 e vede tutte le forze della coalizione di centrodestra concordi sull’importanza di un’opera che per troppi anni è stata rimandata a causa di un ambientalismo spinto che ha bloccato lo sviluppo del nostro territorio. Nel caso della Valdastico, si parla di un intervento che dovrebbe avere un minimo impatto ambientale».
Per Dalzocchio la giunta Fugatti intende puntare sulla rotaia, «basti pensare alla circonvallazione ferroviaria di Trento», che però «non può essere la panacea per tutti i mali». «Un efficiente sistema di collegamenti infrastrutturali è necessario per lo sviluppo stesso del territorio presso cui l’opera viene realizzata - prosegue Dalzocchio - Stiamo parlando, contrariamente a quanto vuole l’attuale sindaco di Rovereto che un tempo era possibilista ma che ora invece ha cambiato idea, di un’opera che ha come scopo quello di portare nel roveretano sviluppo economico, relazioni territoriali con il mercato europeo, un’accessibilità che renda Rovereto un vero e proprio polo di riferimento». Per il Patt provinciale, sulla Valdastico bisogna lasciare da parte le ideologie e ascoltare i territori.
«Il nodo centrale della questione riguarda il collegamento fra il Trentino e la provincia di Vicenza e non la semplice costruzione dell’ennesima autostrada. C’è differenza fra le due cose? Ovviamente sì, in quanto i collegamenti con Vicenza e, in particolar modo, con Bassano esistono già tramite la statale della Valsugana». Lì, sottolineano gli autonomisti, ci sono non pochi problemi a cui l’arteria con sbocco a Rovereto non darebbe risposta. «Nella soluzione che si fa strada con l’ultima variante introdotta al Pup si cerca di dare risposta ad un altro eventuale bisogno, benché finora non siano presentati dati e studi in tal senso: quello di dare sbocco alle aziende della Vallagarina verso il Vicentino, attraendo turisti verso l’Alto Garda». A quanto pare, però, questo non interessa il versante veneto. «Pure gli industriali vicentini hanno dichiarato l’inutilità del progetto per i loro interessi. La loro presa di posizione dovrebbe far riflettere e non portare a tirare dritti per la propria strada».
«Ecco perché il Patt si è sempre opposto all’uscita della Valdastico in Vallagarina e continuerà a farlo. Chiediamo a gran voce che il governo provinciale, stante le divisioni interne alla stessa maggioranza, si fermi a riflettere scegliendo per il bene dei trentini e non per una visione ideologica. Si abbia il coraggio di tornare indietro e riprendere in mano la soluzione che sembra accontentare il maggior numero di attori: con l’uscita a Trento sud si dovranno sicuramente tenere in considerazione le problematiche della Vigolana, di Caldonazzo e di Mattarello, ma si garantirebbe un alleggerimento del traffico sulla Ss47, l’eliminazione del rischio di sversamenti di inquinanti nel lago di Caldonazzo e quel collegamento con il Vicentino che potrebbe giovare ad alcune nostre aziende».
Anche Coppola ricorda l’inedita opposizione dei veneti alla Valdastico con uscita a Rovereto. «Il presidente Fugatti rifugge i no ideologici spiegando che il no deve essere basato sulle tematiche ambientali e geologiche. Il no ideologico a cui allude il presidente sarebbe quello emerso dai consigli comunali che rappresentano 315.000 cittadini del territorio provinciale, dai tantissimi cittadini che hanno detto no al referendum informale sulla Valdastico, 1.584 residenti di Terragnolo, Trambileno e Vallarsa su 2.899 aventi diritto hanno votato per il no. Impatto ambientale e idrogeologico? Pensiamo a ciò che comporterà la costruzione di gallerie, viadotti, al fatto che l’autostrada consumerebbe molto terreno in un’area montana ristretta, al reale pericolo di intercettazione delle falde acquifere sotto il Pasubio, fondamentali per l’approvvigionamento idrico: a rischio sarebbero la sorgente Spino e la sorgente Molino. Non sottovalutiamo la distruzione dei corridoi faunistici». Non ultimi, dice Coppola, i costi: 3,345 miliardi di euro.
«Un altissimo prezzo da pagare per risparmiare 20 minuti di strada per poi intasare come in un imbuto l’Autobrennero. Tutto questo mentre si continua a parlare di transizione ecologica e tutela dell’ambiente. Confido in un forte movimento di Comuni, associazioni e cittadini che ribadisca la ormai quarantennale opposizione dei trentini ad una grande opera inutile, costosa e molto impattante dal punto di vista ambientale».