Immenso dolore per l'addio a Roberta Tovazzi, nei suoi libri il racconto della lotta contro il cancro
Volano, era una voce di grande profondità, aveva solo 56 anni e negli ultimi dieci ha combattuto contro una terribile malattia. La sua più grande speranza era di resistere fino alla nascita dei suoi primi nipotini
ROVERETO. È morta nella notte di giovedì Roberta Tovazzi. Se ne è andata dolcemente, nel sonno. Aveva soltanto 56 anni, gli ultimi dieci dei quali passati, oltre che dedicandosi anima e corpo alla sua adorata famiglia, a combattere contro un bruttissimo male.
Un male che alla fine l'ha sconfitta, come lei del resto sapeva benissimo che sarebbe prima o poi successo.
Ciononostante, negli alti e bassi della terapia, Roberta non si è mai arresa alla malattia.
Né ha permesso che questa le facesse venire meno la voglia di vita. Di scoprire, di amare, di raccontare.
Raccontare sé stessa. E raccontare la sua battaglia contro il suo brutto male, da lei chiamato "Cracco".
Prima della scoperta del tumore al seno, Roberta, classe 1967, lavorava in un negozio di ottica a Rovereto.
Nel 2014, la diagnosi. Le prime cure, la risposta positiva alle terapie. Poi, due anni dopo, una ricaduta.
E in quel momento Roberta diventa una scrittrice. Per Arca Edizioni ha pubblicato "Vivere, da mollusco a madreperla" (2016), "Una carambola di emozioni" (2018), "I respiri del mio cuore" (2020). Assieme ai libri, Roberta ha pubblicato "Fata Blu", un cofanetto di Cd in cui la musica del compositore Filippo Lui si fonde ai suoi racconti.
«Io dico sempre che dalla malattia non potrò mai guadagnare - raccontava pochi mesi fa all'Adige - ho avuto più di una ricaduta. Ma non deve essere questo a colpire il lettore, quindi in "Fata blu" non parlo della malattia in nessun modo. Non voglio spaventare e nemmeno essere identificata con essa. Cracco, il mio tumore, è una parte di me, ma io sono fatta di 360 parti e io vorrei si notassero le altre 359. Voglio essere considerata e vorrei essere tratta solo come Roberta».
Con "Una storia per ogni perché", l'ultimo libro, Roberta ha voluto staccarsi dal dolore per lasciare nei lettori «dolci ricordi e tenere emozioni». «Mi sono divertita tantissimo a scrivere questo libro, è la pubblicazione che mi piace di più - confessava Roberta -. È il libro in cui mi sono ritrovata. Abbiamo tutti lasciato qualcosa indietro della nostra vita, di bello e di brutto, questa volta ho voluto parlare del bello».
«Roberta era serena, anche nell'ultimo periodo - ricorda la sorella Marina -. Era tornata a casa una quindicina di giorni fa da un ciclo di terapia. Era consapevole delle sue condizioni. La sua più grande speranza era di resistere fino alla nascita dei suoi primi nipotini. Il parto è programmato per la prossima settimana...».
Roberta Tovazzi lascia un vuoto incolmabile nella sua famiglia. Oltre al marito Giancarlo Tovazzi, i figli Alice con Daniele e Nicholas con Bianca, la mamma Rita, le sorelle e tantissimi tra parenti e amici.