«Ciao mamma, anche da lassù ci insegnerai tantissime cose»
Dolore e sgomento a Mori per la morte di Maria Tommasino, 47 anni. Lascia il marito e tre figli giovanissimi. Il parroco don Nicola: “È un’ingiustizia morire così, ma il nostro non è un addio”
MORI. «Ci hai lasciato qui portandoti via un pezzo di me e di noi. Mi hai insegnato tanto nella vita e sono sicuro che continuerai a farlo standomi vicino da lassù. Hai fatto tantissimo per me e non lo dimenticherò. In questo ultimo periodo iniziavo a capire come potessero andare le cose, ma la speranza è l'ultima a morire. Grazie, grazie, grazie. Arrivederci mamma».
Così, con un post su Facebook infarcito di tanti cuori e l'immagine di un angelo, Francesco Girardelli, 16 anni, ha annunciato la scomparsa della mamma Maria Tommasino morta all'età di 47 anni. L'ha ricordata scrivendo in prima persona, ma anche a nome dei fratelli Aurora (14 anni) e del più piccolo di casa, Nicolò (11 anni) stretti attorno alla mamma assieme al papà Nicola.
E proprio dalle parole di Francesco il parroco di Mori, don Nicola Belli, nella chiesa di Besagno gremita per l'ultimo saluto, ha preso spunto per la sua omelia ricordando Maria come «una donna dal cuore immenso, che amava creare relazioni, che si spendeva per gli altri pur mettendo la famiglia in primo piano... È un'ingiustizia morire a questa età con tre figli giovanissimi».
Un "sentiment" ripetuto nei tanti ricordi e messaggi di cordoglio del sindaco Stefano Barozzi o dell'amica Serena Tumiati («una donna caparbia, che sapeva infondere sicurezza, che con un sorriso aiutava a superare le difficoltà...»).
«Mamma - sono le parole del figlio Francesco - era una donna solare, simpatica, aperta e aiutava tutte le persone che poteva. Ha continuato a farlo anche con la malattia. E da ammalata ci ha trasmesso la sua voglia di lottare e di resistere facendo coraggio a noi. E con papà, compatibilmente con i miei impegni a scuola, continuerò a lavorare qui, nel nome di mamma».
Impegno, generosità, disponibilità, solidarietà sono termini che ricorrono nei ricordi di chi ha conosciuto ed apprezzato Maria, arrivata alle pendici del Baldo dopo un'attività di commerciante (aveva negozi di abbigliamento per bambini sia a Rovereto che a Mezzolombardo) per tuffarsi anima e cuore nell'azienda biologica "La Bis" di Besagno diventando lei stessa imprenditrice agricola. Sotto il sole cocente o con le temperature gelide, Maria affondava le mani nella terra per coltivare ortaggi (che con le sue mele e uova vendeva ai mercati) o preparare il terreno per le nuove colture..
L'attenzione verso le persone in difficoltà economica, l'aiuto all'integrazione attraverso il lavoro per chi è arrivato da immigrato, il sostegno ad iniziative di carattere sociale sono state la cifra identificativa di Maria. A "La Bis" aveva lavorato Salim Touré, il sarto che dalla Guinea era arrivato in Trentino, venuto a mancare per una malattia lo scorso maggio, e Tommasino si era fatta promotrice, con altre realtà dell'altopiano di Brentonico, di una raccolta fondi per far rientrare la salma in Africa. «Un vulcano di idee fino alla fine, non si fermava mai. Travolgente e coinvolgente con il suo modo di fare anche con i colleghi imprenditori agricoli tanto da fare rete comune sociale e solidale. E con lei sono stati creati Gruppi di acquisto solidale» ricorda Antonio Girardelli, agricoltore e cognato di Maria.