Distilleria Marzadro, dal 1949 e da tre generazioni l'arte della grappa: “Esportazioni in tutto il mondo”
Sabina distillava e il fratello Attilio vendeva porta a porta. Nel 1975 la svolta con l’idea di puntare grappa da monovitigno, con vinacce di Marzemino proveniente da Isera. Nel 2005 il passaggio nella nuova sede a Brancolino
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NOGAREDO. È il 1949 quando la fondatrice di quella che oggi è la Distilleria Marzadro, Sabina Marzadro, di fronte ad un panorama diffuso di povertà, dopo aver trascorso dodici anni a servizio a Roma, rientra nella sua vecchia casa di Brancolino a Nogaredo. Con determinazione Sabina persegue il sogno di distillare e produrre la propria grappa, facendosi costruire un piccolo alambicco a fuoco diretto da un noto calderaio della zona (Arnoldi). Con fatica e molto lavoro, l'attività della piccola distilleria cresce negli anni, anche grazie all'aiuto e all'esperienza contadina del fratello Attilio, che vende le bottiglie a Rovereto e nei paesi vicini, viaggiando in sella ad una moto Guzzi.
Il figlio di Attilio, Stefano, oggi ricorda: «Devo tutto alla costanza e all'impegno di una donna, zia Sabina, che nel 1960 ha lasciato la conduzione della distilleria a mio padre Attilio». Da più di settant'anni, è nota la Distilleria Marzadro, e l'attività con il passare degli anni si è arricchita di numerosi prodotti, frutto di uno stretto legame affettivo con il proprio territorio.
I primi importanti successi non tardano ad arrivare con la rivoluzione inaugurata nel 1975 dalla Distilleria, grazie all'idea di produrre una grappa da monovitigno - novità assoluta per quell'epoca - con vinacce di Marzemino provenienti da Isera. Nel frattempo anche la famiglia si allarga: con Attilio c'è la moglie Teresa, poi i sei figli e ora anche i nipoti che ne hanno seguito le orme. Agli inizi degli anni '80, Attilio passa il testimone ai figli, che gradualmente rinnovano l'attività fino all'inaugurazione nel 2005 della nuova e attuale sede a Nogaredo.
Da Brancolino si trasferisce così la distilleria, la bottaia insieme agli uffici, al magazzino e al reparto di imbottigliamento. L'impianto di distillazione è di forma circolare con otto alambicchi a bagnomaria: una meraviglia in rame, illuminata dalla cupola sovrastante in vetro. Con la creazione di nuovi prodotti, arrivano altri successi: i numerosi pullman di turisti che durante tutto l'anno si fermano a fare acquisti e a visitare la struttura attestano l'apprezzamento per l'attività e i prodotti commercializzati.
Con orgoglio Stefano Marzadro narra la sua esperienza diretta con l'enoturismo: «Personalmente amo molto lavorare con il turismo, perché anch'io ogni tanto sono turista e in fondo ci piace essere riconosciuti come "azienda del turismo". Buona parte dei prodotti li vendiamo in Italia, ma un'altra parte la esportiamo soprattutto in Germania, collegandoci in particolare a tante piccole attività tipiche e con ristorazione e dettaglianti di qualità - essendo un'azienda di nicchia - ma abbiamo rapporti commerciali anche con la Svizzera e un'altra ventina di Paesi, compreso il Sud Africa e il Giappone» (l'export rappresenta il 20% del fatturato).
Si capisce subito però qual è l'idea più originale a cui Stefano è molto legato: «Tutti gli anni la distillazione per me è un'esperienza nuova, la cura della vinaccia è addirittura maniacale, ma non posso nascondere che la prima grappa raffinata in contenitori di terracotta è la mia preferita».
Dal 2015 infatti i contenitori di 300 litri l'uno, prodotti con creta e argilla, provenienti dalle già note località toscane per questa lavorazione, fanno bella mostra nelle sale di invecchiamento e l'affinamento per dieci mesi consente una micro-ossigenazione doppia tra interno ed esterno, rispetto a quella delle botti.
Anche la degustazione guidata dal fratello di Stefano, Andrea Marzadro, è una coinvolgente full immersion nella tradizione e nella storia di una famiglia: un affascinante percorso per riconoscere le note distintive e più particolari di ogni grappa, circondati da un'architettura spettacolare che rivela un amore per l'arte e la storia di un territorio, con un tocco quasi poetico. È ancora Stefano che racconta infine il suo ultimo sogno realizzato: «L'acquisizione di Madonna delle Vittorie, alcuni anni fa, ci ha consentito di inserire anche l'olio nella rete dei nostri prodotti».
È Anna - sorella di Stefano, Erino, Elena, Andrea e Fabiola - che conserva una grande passione per l'ospitalità e si trasferisce quindi al lavoro stabilmente in zona lago di Garda, guidando il frantoio del Linfano (Arco) e seguendo anche l'area ristorazione. Stefano Marzadro è fiero di precisare che «nell'agritur abbiamo mantenuto il personale che aveva già maturato ben trent'anni di esperienza, un valore prezioso per la nostra attività e al contadino che ci lascia l'olio, paghiamo un prezzo più alto (15 euro al litro, ndr), perché nella salvaguardia della tradizione ricopre un ruolo di primo piano ed è fondamentale che continui a curare il territorio».
A tutto questo si aggiunge anche l'allevamento di mucche in Val Rendena e la coltivazione di ben trentacinque ettari di vigneti a guyot.