Storia / Comune

Pomarolo, revocata la cittadinanza onoraria a Mussolini, 100 anni dopo. E lo farà anche Mori

La curiosità: un secolo fa, un attimo prima di approvare, il sindaco Erminio Gasperotti si dimise, unica forma di dissenso possibile

di Mara Deimichei

POMAROLO. Dopo esattamente 100 anni, Benito Mussolini non è più cittadino onorario di Pomarolo. Il 15 maggio del 1924 il consiglio comunale all'unanimità (ma sei erano gli assenti e forse la mancata presenza fu l'unico modo per manifestare dissenso) votò per assegnare al Duce la cittadinanza onoraria.

Mercoledì, all'unanimità (due gli assenti) il consiglio comunale ha approvato la mozione presentata dai consiglieri Fabrizio Adami, Roberto Adami, Daniela Baroni, Sara Foradori e Manuel Maffei di "Pomarolo domani" e quindi il riconoscimento è stato revocato. Una decisione immediatamente esecutiva.

Pomarolo non è un caso isolato. Anche il consiglio di Mori si troverà presto a discutere la medesima questione grazie ad una mozione che è stata presentata dal consiglieri Cristiano Moiola e Bruno Bianchi. Perché sono cent'anni - il giorno esatto dell' «anniversario» è il 24 maggio - che Mussolini è cittadino onorario di Mori. Secondo la ricostruzione dei consiglieri - che ha avuto come fonte l'edizione della Collana Neroverde numero 5 dal titolo «Testimonianze dal 1918 al 1945... e la scuola ascolta» curata da Giovanna Tranquillini - fu l'allora Commissario Prefettizio, il cavaliere Giuseppe Cavatorta che decise di nominare Benito Mussolini cittadino onorario di Mori.

«In quegli anni - ricordano Moiola e Bianchi - il Consiglio Comunale era stato sostituito dalla Consulta e il sindaco dal Podestà, nomina fatta dal governo tra aderenti al Fascio. Come scrive anche l'autrice dell'articolo, dall'archivio comunale di Mori emerge tale fatto storico. Il Cavatorta, partecipando alla Consulta il 22 maggio 1924, dichiara ai suoi membri che "è sua intenzione approfittare delle celebrazioni del 24 maggio per nominare S.E. Benito Mussolini cittadino onorario di Mori e ciò in considerazione dell'azione tenace e costante, volta a salvare la nazione e le patrie istituzioni dalla travolgente bufera scatenatasi nel dopoguerra. È convinto di interpretare il sentimento di riconoscenza dei cittadini di Mori. La Consulta si compiace della geniale iniziativa e crede che la popolazione gradirà con legittimo orgoglio, il nuovo cittadino"».

Questo cent'anni fa. Ora la richiesta di revoca di quell'atto. «Così come affermato dai colleghi di Pomarolo - chiosa Miola - crediamo che le tradizioni democratiche della nostra comunità impongono a noi consiglieri di allontanarsi da quanto fatto dal ventennio fascista, in coerenza con quanto afferma anche la nostra Costituzione, per contrastare ogni tipo di ritorno all'ideologia fascista. Siamo democratici e autonomisti e dobbiamo difendere i valori della democrazia e dell'autonomia. I nostri predecessori a Mori hanno sbagliato e ora a noi tutti tocca prendere le distanze».

Tornando a Pomarolo, una curiosità emerge dall'analisi delle carte fatte dai consiglieri. Nel 1924 il paese aveva da pochi mesi un uomo sindaco, Erminio Gasperotti. Durante la seduta in cui venne riconosciuta la cittadinanza onoraria Gasperotti si dimise. Era il punto dieci dell'ordine del giorno. Il punto 11 era quello dedicato al Duce. 


 


 

comments powered by Disqus