Il sottopasso agricolo di Mori è sempre un grande lago
Fugatti venne ad inaugurare i lavori da oltre due milioni, che dovevano essere finiti nel gennaio scorso, ma per ora non si vede una soluzione e il cantiere è deserto: «Colpa delle piogge»
MORI. Difficile, guardando il sito, pensare che i lavori per il sottopasso agricolo alla Statale 240 sulla variante di Mori Ovest siano effettivamente ripartiti. La situazione infatti sembra la stessa di mesi fa, quando per la prima volta, per merito del consigliere comunale di opposizione Cristiano Moiola, il caso venne alla luce. Là dove in un futuro incerto dovrebbe passare una strada per permettere agli agricoltori dell'area di accedere in sicurezza ai propri terreni dall'altra parte della statale rispetto alla borgata, c'è da mesi da un "laghetto". Laghetto causato dalla sottostima, da parte dei progettisti della Provincia, della profondità della falda.
Eppure, come già detto e scritto più volte, la toponomastica poteva venire in aiuto: la zona si chiama da sempre "Palù". Forse, avrebbe potuto mettere sull'avviso. Comunque, per parte sua la direzione lavori del cantiere assicura che l'attività del cantiere è ripresa. Staremo a vedere.
I lavori sono stati affidati in appalto all'impresa IUCT srl di Trento nel dicembre del 2022. La fine stimata dell'intervento era prevista per gennaio 2024. All'epoca il costo complessivo tra lavori, oneri e quant'altro era di 2.100.000 euro. L'opera viaria è da sempre richiesta dall'amministrazione comunale per collegare due tronconi di strada comunale, Via della Lasta. Alla consegna dei lavori dello scorso aprile 2023, il presidente della Provincia Fugatti era sceso a Mori per l'inaugurazione del cantiere. Cantiere che però, come noto, si è ben presto dovuto fermare. «Durante la fase di scavo - si legge nella risposta data da Barozzi ad un'interrogazione di Moiola - necessaria per il posizionamento del nuovo manufatto si è riscontrata la presenza della falda ad una quota superiore rispetto a quella ipotizzata. La quantità d'acqua riscontrata consiglia di "confinare" il perimetro dello scavo con l'utilizzo di palancole e successivamente emungere l'acqua abbassando la falda con un sistema a Well point».
Progettualità che è stata ufficializzata nella variante dello scorso 29 aprile, la terza, che ha aumentato il costo totale dell'opera di 124mila euro, portandola a 2.224.843, 49 euro. «I ritardi - spiegava per parte sua Fugatti - sono imputabili ad un importante innalzamento stagionale della falda acquifera della piana di Loppio che ha creato delle venute d'acqua negli scavi dei lavori. In sede di progetto esecutivo si prevedeva che la posizione della falda freatica si attestasse a 5,5 metri di profondità dal piano campagna. Durante l'esecuzione dei lavori la situazione della falda si è presentata a 4 metri».
«Si tratta di un intervento tampone - sottolinea Moiola - che risolverà, forse, questo allagamento. Ma nel caso ce ne fossero altri in futuro? Abbiamo già speso 2,1 milioni di euro per un'opera progettata male, oggi serve una variante per concluderla. La preoccupazione principale che dovrebbe essere quella di tutti i moriani, in primis del sindaco e dall'assessore Mazzucchi che l'hanno da sempre sponsorizzata e voluta, è rappresentata da un grande quesito: "Quanto ci costerà in futuro tale opera a causa della sua manutenzione?"».