Giustizia / Il caso

Bambini morti in malga, no all’archiviazione: la gip ha ordinato nuove indagini

È quanto ha stabilito la gip di Verona Livia Magri, rigettando la richiesta di archiviazione per la tragedia del 3 luglio 2021 a Malga Preta di Sotto sui Lessini, al confine tra Veneto e Trentino. Per quel duplice decesso, ad oggi, c'era un solo indagato, il proprietario del fondo

di Nicola Guarnieri

ALADue bambini di 6 e 7 anni non possono morire giocando in un prato, anche se decidono di arrampicarsi sul tetto di una ghiacciaia pericolante: ci devono essere dei colpevoli. È quanto ha stabilito la gip di Verona Livia Magri, rigettando la richiesta di archiviazione per la tragedia del 3 luglio 2021 a Malga Preta di Sotto sui Lessini, al confine tra Veneto e Trentino. Per quel duplice decesso, ad oggi, c'era un solo indagato, il proprietario del fondo Augusto Ceradini.

Dall'inchiesta, però, è emerso che quel terreno ha più padroni, al momento sconosciuti. Per questo la procura deve individuarli ed iscriverli nel registro degli indagati. La giudice per l'indagine preliminare, poi, ha ordinato accertamenti sulla «verifica dei limiti dei poteri-doveri d'intervento degli enti pubblici, in particolare i Comuni di Sant'Anna d'Alfaedo, la Comunità Montana, il Parco regionale della Lessinia, su aree di proprietà privata ma aperte al pubblico e sui manufatti (come quello teatro della tragedia, ndr) lì esistenti».

L'intenzione della gip, infatti, è «comprendere se si profilino responsabilità colpose di rappresentanti di tali enti». In fase d'indagine, d'altro canto, lo stesso Ceradini aveva riferito di aver sempre informato le istituzioni sullo stato di salute dei luoghi e che proprio la ghiacciaia aveva problemi di stabilità sui muri a secco. Ma nessuno, prima di quel maledetto giorno d'estate, si era fatto male.

Da un punto di vista penale, però, si ipotizza l'omicidio colposo e le lesioni colpose anche se per il pm Paolo Sachar si tratterebbe di un incidente. Una tesi sempre respinta dalle famiglie delle giovanissime vittime perché «non può restare un caso insoluto».

La questione, insomma, non è stata archiviata e, anzi, avrà un supplemento di inchiesta per dare risposte alle famiglie delle vittime. Che sono quattro: i genitori dei bambini rimasti schiacciati dal crollo del tetto (Michele Mazzucato e Tommaso Saggioro) e quelle degli altri due amichetti che, pur feriti in maniera seria, se la sono cavata. A tre anni esatti da una gita trasformatasi in dramma, dunque, si attende ancora di capire se ci siano colpe e se quell'incidente si poteva evitare.

Era il 3 luglio 2021, come detto, e molte famiglie di Ala e del Veronese avevano raggiunto la Sega e i dintorni per una giornata di svago sui prati. E Malga Preta di Sotto è una delle mete più gettonate. Vicino alla malga c'è una vecchia ghiacciaia e lì erano andati a giocare quattro bambini di 6 e 7 anni. Una volta saliti sul tetto del piccolo manufatto in disuso da anni, però, erano stati travolti dai mattoni e dalle lastre di pietra della volta. La ghiacciaia è una particolare buca scavata nel terreno, una sorta di frigorifero naturale che un tempo veniva riempita in inverno di neve e utilizzata in estate per mantenere i cibi al fresco.

Si trova sotto il terreno e solitamente è ricoperta di sassi, lastre di pietra o mattoni. I quattro bimbi si erano arrampicati sul tetto senza rendersi conto che era instabile. E infatti aveva ceduto di schianto facendo precipitare i piccoli da un'altezza di tre metri, creando sopra di loro un muro di pietre mortale. Per Mickey e Tommy, inseparabili fin dalla tenera età, non c'era stato più nulla da fare mentre gli altri due amichetti si erano salvati, dovendo fare i conti solo con ferite medicate all'ospedale Borgo Trento di Verona.

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