Vallagarina / La tragedia

Terragnolo: mercoledì l'addio a Stefano Arlotti, vittima di un incidente in moto

La cerimonia funebre è in programma alle 16 del 18 settembre, nella parrocchiale di Piazza: l'uomo, originario di Genova ma da anni in valle, aveva di 53 anni e tutti lo ricordano come una persona gioviale e socievole. Sabato sera lo schianto mortale lungo la provinciale 2, il decesso domenica in ospedale

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di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Domani pomeriggio, mercoledì 18 settembre, alle 16 nella chiesa parrocchiale di Piazza di Terragnolo, l'addio a Stefano Arlotti, 53 anni, che ha perso la vita in un incidente in moto sabato, sulla Sp2 a Terragnolo.

La salma del ligure diventato un uomo delle valli del Leno sarà poi tumulata nel cimitero accanto alla chiesa.

Stefano Arlotti è spirato domenica mattina all'ospedale Santa Chiara di Trento. Troppo gravi le ferite riportate, soprattutto quella alla testa.

La lunga rianimazione meccanica fatta sul posto da un ex operatore di Trentino Emergenza che passava di lì per caso - durata ben quindici minuti, un'eternità - è riuscita a tenerlo in vita fino all'arrivo dell'elicottero ma poi, nonostante i tentativi disperati dei medici trentini, il cuore ha smesso di battere, andando ad incrementare i lutti che, quest'estate, hanno colpito tanti motociclisti.

Arlotti era di Genova. Dieci anni fa aveva lasciato la Liguria per seguire la fidanzata di allora. Quando la storia è finita, però, ha deciso di restare a vivere a Terragnolo, comune di 700 anime ma un posto dove si sta bene. E aveva scelto la frazione di Peltreri, lontana dal caos e con dei concittadini che di fatto sono anche amici.

A Rovereto, tra l'altro, aveva trovato lavoro come operaio metalmeccanico in un'azienda terzista a servizio della Suanfarma, la multinazionale farmaceutica di Lizzana. E tre anni fa aveva accettato di candidarsi come consigliere comunale per la lista «Siamo Terragnolo» dell'aspirante sindaca Deborah Bufetti. Che è sconvolta dalla sua scomparsa.

«Non ho parole - dice in lacrime - Davvero non riesco a farmene una ragione. Era una persona splendida, sempre sorridente. Era genovese ma a Terragnolo si era integrato al meglio. Mi dispiace tantissimo».

Quell'esperienza politica, però, nel tempo è svanita. «Io sono tornata a Treviso da due anni - racconta l'ex candidata prima cittadina - e la lista di fatto non esiste più. Però durante la campagna elettorale si era creato un bel gruppo». La lista era composta da dieci persone ma nessuno, ieri, aveva voglia di parlare.

«È stato un colpo durissimo». Lo stesso sindaco Massimo Zenatti ha passato la domenica a rintracciare gli amici per organizzare il funerale. «Non aveva parenti e quindi stiamo cercando qualcuno a lui vicino per preparare le esequie».

«Era in paese non da tanto, si era integrato benissimo - ricorda l'ex sindaco Luca Galetti - Era un piacere scambiare quattro chiacchiere con lui perché era davvero simpatico».

Stefano, per tutti, era «el Genova» o, tutt'al più, «el Genovese». Un nomignolo che non lo infastidiva minimamente; anzi, gli piaceva ricordare le sue origini anche se ormai il suo orizzonte erano le valli del Leno. E al bar Laura di Piazza, domenica, è stato un giorno di lutto. «Uno choc per tutti noi - conferma Barbara, la titolare - È stato un trauma, non sono parole di circostanza. Perché Stefano era una persona sempre allegra, un burlone, contento. Nessuno l'ha mai visto rabbuiato. E il suo buonumore lo portava qui».

«Oh, davvero: era una persona buona, di cuore, di quelli che ti fa piacere incontrare», fanno eco gli avventori a cui quel ragazzone venuto dal mare mancherà.

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