A Lagolo tratti in salvo nel 2017 quasi 3000 rospi Bufo Bufo
Il Trentino è una delle regioni del Nord Italia ad implementare misure di conservazione attiva delle popolazioni di anfibi: tuttavia, la situazione è lungi dall’essere perfetta. Ad ogni primavera infatti, rane, rospi, salamandre e tritoni in migrazione verso i siti di riproduzione (laghetti, pozze e calmi corsi d’acqua) sono intercettati nel loro percorso da tratti di strada trafficati non protetti, dove gli anfibi a decine di migliaia vengono investiti. Tale causa di mortalità può localmente causare la scomparsa di intere popolazioni: questo accadrebbe senz’altro nello specchio d’acqua che borda il comune di Lagolo, se non fosse per il grande impegno di decine di volontari che ogni anno si prodigano per il salvataggio degli anfibi. Solo nel corso del 2017 sono stati tratti in salvo quasi 3000 rospi (specie Bufo bufo), grazie alla presenza di 15 volontari alternati in 23 serate. Fondamentale il lavoro dell’associazione Movimento Olistico di Stefano Marchetti e di Aaron Lemma del Wwf. «Il sito di Lagolo conserva una notevolissima popolazione di anfibi, la cui tutela permanente sarà possibile solo grazie alla installazione di adeguati sottopassi per la fauna selvativa e di barriere in grado di canalizzare la migrazione degli anfibi in tali inviti», dice Lemma. Gli anfibi sono un anello importante della catena ecosistemica, fungendo sia da importanti controllori di insetti cosiderati nocivi (cibandosi ad esempio di larve di zanzara) sia da alimento per vertebrati «superiori» come gli uccelli. Inoltre, vista la loro alta sensibilità alle alterazioni ambientali, sono importanti indicatori della qualità degli ambienti: la salute delle loro popolazioni si può direttamente correlare a quella degli ambienti che abitano, relazione importante se si vogliono identificare tempestivamente eventuali fonti di inquinamento e degradazione degli habitat naturali. Attualmente più di un terzo delle oltre 6.000 specie di anfibi risulta minacciata o in pericolo di estinzione a livello globale e per questo sono protette da leggi internazionali e sono attive da molti anni importanti azioni di salvaguardia. Inquinamento ed uso dei pesticidi, riduzione, frammentazione e scomparsa degli habitat, urbanizzazione, sono alcune delle cause che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza degli anfibi. Tra queste cause una delle più macroscopiche è la morte per schiacciamento che avviene sulle strade attraversate dagli anfibi durante il periodo di migrazione riproduttiva. La migrazione ha inizio alla fine dell’inverno quando gli anfibi si destano dal letargo e, a decine di migliaia, si spostano verso i siti riproduttivi per deporre le uova in acqua. Per farlo devono spesso attraversare strade anche molto trafficate, venendo schiacciati in massa dalle auto.