Profondo dolore per la scomparsa di Marco Carner, il rock era la sua grande passione
Noto e apprezzato anche nel mondo della musica, il 57enne residente a Cavedine è rimasto vittima di uno scontro auto-modo, domenica, a Vezzano. In ospedale la moglie Gabriella. Carner da anni ha animato la scena trentina in vari progetti e i suoi percorsi sonori più recenti sono legati a Oil On Canvas, in duo con Valerio Bazzanella
IL DRAMMA Schianto auto-moto a Vezzano: è morto Marco Carner, aveva 57 anni
IMMAGINI Il tragico incidente a Vezzano in cui ha perso la vita Marco Carner
TRENTO. Profondo dolore per la scomparsa di Marco Carner, vittima di un pauroso incidente stradale domenica pomeriggio, sulla Gardesana, a Vezzano. Uno scontro terribile tra un'auto e la moto condotta da Carner, sulla quale viaggiava anche la moglie, Gabriella Pedrotti, he ricoverata in rianimazione.
Marco Carner, era molto apprezzato nella musica, sua grande passione, ma anche nel lavoro per la ditta Salumi Simonini di Ala, così come nel suo ruolo di consigliere nel consiglio di amministrazione della Famiglia cooperativa Valle di Cavedine.
Insieme alla moglie abitava a Brusino (frazione di Cavedine). Viene ricordato per la generosità, la sensibilità, le doti artistiche.
I suoi ultimi viaggi sonori sono racchiusi dietro la sigla del progetto Oil On Canvas, insieme a Valerio Bazzanella, ma il percorso musicale di Marco Carner si è intrecciato negli anni a diversi progetti che hanno animato la scena musicale di Trento.
Una grande e contagiosa passione per il rock e per la chitarra che ha segnato la vita di Marco Carner che abbiamo avuto la fortuna di conoscere come persona gentile e delicata. Una passione nata da ragazzo negli anni ’80 come tanti di noi che abbiamo vissuto i tumulti della new wave con le sue malinconie crepuscolari.
Proprio ai darkettoni Cure, uno dei suoi gruppi preferiti, leghiamo una delle ultime chiacchierate con Marco su quel nuovo disco della band inglese atteso da anni ormai. «Che chissà quando esce», diceva lui prima di svelarci che aveva pronti nel cassetto alcuni pezzi... alla Cure.
Il nome di Marco Carner si lega nella seconda metà degli anni’ 80 prima ai Nightwork e poi ad una formazione come i Baraban che ha lasciato tanti ricordi nel movimento rock del capoluogo senza dimenticare in seguito gli Ultraviolet.
Dal 2006 Marco aveva unito le sue affinità artistiche al cantante e autore del capoluogo Valerio Bazzanella nel duo Oil On Canvas.
Il nome della band è un omaggio ai Japan, guidati da David Sylvian, da sempre nei loro cuori, ma anche il pensiero che le canzoni siano come quadri in una galleria, con le emozioni che sanno dare. E le emozioni arrivano prima nell’album del 2009 “Dinamica Stasi” e poi nel 2014 fra le tracce di “Due”: lavori che fanno emergere la sensibilità di Carner e Bazzanella fra reminiscenze wave, pop d’autore ed echi progressivi.
Lo scorso aprile, a quasi dieci anni di distanza dal precedente cd, gli Oil On Canvas pubblicano il loro terzo capitolo discografico “Red”, anticipato dai singoli “L’amore non impone” e “Orfeo” . Un lavoro intenso nei suoni e nelle liriche che assume ora una valenza particolare così come le parole di Marco e Valerio: “Red per noi è l’ultimo capitolo di una trilogia che chiamiamo “La trilogia dei colori” perché ogni disco è distinto da un colore: bianco, nero e rosso. Trattiamo diversi temi come la bellezza, le difficoltà e le sfide che i rapporti personali ci pongono davanti quotidianamente. Alcuni sono scomodi come la violenza incomprensibile di cui tutti i giorni sentiamo parlare o dell’indifferenza e della mancanza di solidarietà tra esseri umani che sembra avere il sopravvento nella nostra società. Abbiamo voluto mettere a nudo i nostri pensieri e le considerazioni su quello che accade ogni giorno a noi ed intorno a noi”.
Negli ultimi anni Marco insieme al cantante Franco Depedri (altra figura assai nota della scena rock di Trento) aveva dato forma al duo Glamorous Souls sigla sotto la quale sono usciti una serie di singoli fra cui l’ultimo “Infinito vuoto” realizzato insieme alla vocalist Odille Berloffa e al chitarrista Aleandro Masella.
Ma la chitarra di Marco ha segnato negli anni ’90 e in questo terzo millennio anche i live dei The Glowers, insieme a Franco Depedri, Gianluca Bertoldi e Claudio Decarli, della Jolly Joker Band, di cui era stato il cantante, e dei Point of Gabriel con l’omaggio a Peter Gabriel e ai Genesis.