"Castel Madruzzo a una multinazionale, così la Provincia ignora un territorio"
Il maniero diventerà un hotel extra lusso, le critiche di Andrea Massironi e Jacopo Zannini di Alleanza Verdi e Sinistra: la giunta si è ben guardata dal far valere il diritto di prelazione d'acquisto, come invece chiedevano sindaci e Comunità di valle dell’area interessata
IL CASO Castel Madruzzo, hotel a cinque stelle di una catena internazionale
TRENTO. “Prima i trentini, ma solo quando ci pare: questo è il messaggio che appare evidente dall’operato della giunta Fugatti", scrivono in un comunicato Andrea Massironi e Jacopo Zannini di Alleanza Verdi e Sinistra del Trentino.
"Lo slogan populista che distingue tra noi – i trentini, appunto – e gli altri viene infatti sbandierato quando si tratta di giocare sulla pelle dei migranti, arrivando anche a devastare il virtuoso modello di accoglienza diffusa che avevamo in Trentino, sostituendolo con altri strumenti che hanno comportato evidenti disastri sociali (vedi Residenza Fersina).
Però i fatti dimostrano che l’abilità dimostrata dal centrodestra locale con gli slogan non ha ricadute concrete sul suo operato ed è evidente che la maggioranza provinciale gioca sulla pelle dei trentini stessi governando il territorio senza una vera visione di medio-lungo termine e svendendo pezzi del patrimonio artistico, aree che invece andrebbero tutelate e valorizzate.
Così è andata - prosegue la nota stampa - con la vicenda di Castel Madruzzo che presto sarà un hotel extra lusso di proprietà di una multinazionale americana, rispetto al quale la giunta fugattiana si è ben guardata dal far valere il diritto di prelazione, come invece chiedevano sindaci e comunità di valle dell’area interessata.
Così la valle dei Laghi e quella di Cavedine vengono messe in un angolo : se da altre parti si sono spesi fior di milioni, lì no: lì la maggioranza provinciale può decidere di voltarsi dall'altra parte e di fare finta di niente...
Così un potenziale spazio in cui il pubblico e il privato potevano convivere, in cui si poteva fare impresa e cultura sul territorio, è andato perso, quando invece da altre parti le risorse pubbliche vengono elargite – per usare un eufemismo – con estrema generosità.
A quanto pare per la giunta Fugatti il Trentino è un territorio a macchie di leopardo: in alcuni punti si può investire allo stremo – anche a costo di dover tagliare altrove i servizi essenziali -, mentre altre aree possono essere lasciate in balia di loro stesse, con il rischio di risultare sempre meno attrattive non solo per i turisti, ma anche agli occhi degli stessi residenti. Per quei territori allora sembra ovvio che lo slogan si debba modificare: da Prima i trentini a Prima le multinazionali”, concludono Massironi e Zannini.