Samone, l'ora della resa dei conti
Il no alla fusione salutato nella notte con fuochi d'artificio e caroselli di auto
La vittoria del no è stata festeggiata, domenica sera, con fuochi d’artificio in paese. Metà del paese ha accolto con gioia e soddisfazione la mancata fusione, per aggregazione, con Castel Ivano. Un atteggiamento che, a diverse persone, non è affatto piaciuto. «Mi dispiace - ci racconta un signore - per come i miei concittadini abbiano affrontato questa tornata referendaria. Non ho mai visto gli animi così accesi a Samone. Nei giorni precedenti il voto - ricorda un ragazzo - in paese si respirava un clima davvero pesante. Da oggi la nostra comunità non è più la stessa». I festeggiamenti domenica sera sono andati avanti fino a notte fonda. Un risultato, quello delle urne, che avrà delle ripercussioni anche sulla vita amministrativa. La conferma arriva lunedì mattina dal sindaco Enrico Lenzi. «Ora il consiglio comunale è profondamente spaccato.
La presa di posizione dei sei consiglieri, contrari alla fusione, seppur legittima e democratica, di fatto ha aperto una profonda spaccatura. Quello che più mi dispiace - ci racconta - sono i toni esasperati ed i comportamenti decisamente fuori luogo avvenuti in paese prima, durante e dopo il voto». I fuochi d’artificio hanno salutato il no alla fusione. «E che dire del picchettamento davanti al seggio? Personalmente ho sempre cercato di mantenere un atteggiamento rispettoso e democratico di chi la pensava diversamente da me. Purtroppo non posso dire altrettanto per diversi miei concittadini».
La frattura in consiglio è un dato di fatto. La lettera aperta ai cittadini dell’assessore Giovanna Paoletto e dei consiglieri Valentina e Andrea Giampiccolo, Andrea Girardelli, Deni e Sabrina Mengarda ha lasciato il segno. Decisamente contrari alla fusione, hanno chiesto ai cittadini di preferire la strada delle gestione associata (peraltro obbligatoria). «Riteniamo che oggi sia più sufficiente cercare di mantenere perlomeno inalterati i costi - si legge nella lettera dei sei consiglieri distribuita la settimana scorsa nelle case - così come l’attuale livelli dei servizi che l’autogoverno del comune».
Nei prossimi giorni ci sarà un primo confronto tra il sindaco e l’intero consiglio comunale. «Massimo rispetto per il voto espresso dai cittadini - conclude Enrico Lenzi - decisamente molto meno per i comportamenti e gli atteggiamenti che hanno accompagnato l’intera campagna referendaria. Ho sentito affermazioni, nei confronti degli ex sindaco di Strigno, Spera e Villa Agnedo, che mi hanno lasciato attonito. Io, invece, li ringrazio per l’impegno e la dedizione profusa in questi mesi, lavorando a questa seconda tornata referendaria. E ringrazio anche i cittadini di Castel Ivano che, a stragrande maggioranza, hanno detto sì alla fusione con Samone».
Un sì che però non è servito a nulla. Enrico Lenzi va avanti per la sua strada. «Prendo atto dell’esito del voto e continuo a lavorare per la mia comunità. Ora dobbiamo pensare a dare vita ad una gestione associata con un ambito imposto dalla Provincia ed assieme a cinque comuni che hanno ben poco a che fare con la nostra comunità». Dietro l’angolo c’è anche il rischio di una spaccatura della maggioranza. In paese viene data per certa, così come un rimpasto di giunta. «Tutto ora è possibile - glissa il sindaco - e tutto può accadere».