Telve di Sopra, il paese adotta la Via Crucis
Famiglie e associazioni cureranno i 15 capitelli
C’è chi adotta una mucca. In Valsugana e Tesino, l’Apt promuove questa forma di cura da anni. Chi invece preferisce farlo con un'aiuola, uno spazio verde o addirittura con vecchi edifici. A Telve di Sopra, invece, l’hanno pensata in modo diverso. Quindici persone, alcune in rappresentanza di qualche associazione locale, infatti, hanno deciso di adottare l’esistente Via Crucis.
Ci sono voluti diversi mesi, quasi sei, per portare a termine il progetto. Ma alla fine, ora, ognuna delle stazioni presenti sul percorso, costruito, da molti volontari, esattamente 22 anni fa per ricordare e non dimenticare le tante sofferenze patite dai loro antenati durante la Grande Guerra, viene curata, pulita e gestita da altrettante persone. Quello che nella scorsa primavera aveva lanciato il Comune era un vero e proprio appello: abbiamo bisogno di voi per gestire al meglio la Via Crucis, un percorso ideato da Tarcisio Trentin di circa due chilometri che, partendo dal resto del cimitero comunale si inerpica sul monte San Pietro fino alla sua sommità.
Due chilometri di strada, un dislivello di 150 metri. In tutto 15 capitelli, benedetti dall’arcivescovo Giovanni Maria Sartori il 15 settembre 1994, altrettante sculture lignee realizzate dallo stesso Trentin.
«Quando abbiamo presentato il progetto con una serata informativa ai nostri concittadini - prosegue il vicesindaco - abbiamo chiesto se c’erano dei volontari che davano la loro disponibilità a prendersi cura delle aiuole e degli spazi circostante i capitelli lignei. Come Comune facciamo il nostro meglio, interveniamo laddove possiamo ma da soli non ce la facciamo più».
Sono passati mesi, il tam-tam in paese ha coinvolto sempre più famiglie e, nelle scorse settimane, tutti i 15 capitelli sono stati adottati: «Oggi, ognuna delle famiglie e delle associazioni coinvolte nell’iniziativa, si è impegnata a tenerle pulite ed in ordine, abbellirle con piante e fiori. Non serve tanto lavoro, basta solamente pensarci ogni tanto e non trascurarle, cosa che, purtroppo, si era verificato negli ultimi anni. Gli assegnatari dei capitelli si devono occupare solo della manutenzione della singola stazione. Della manutenzione dei tronchi, delle formelle in legno e delle opere murarie se ne prende carico il Comune e - conclude Sara Trentin - una volta all’anno, in primavera, anche i tanti fedeli ed i volontari che partecipano in massa ad una giornata di pulizia della via Crucis».
In primavera, durante il periodo pasquale, ogni anno viene recitata la Via Crucis a cui partecipano tutti i fedeli dell’Unità pastorale della Valsugana Orientale.
E nell’estate scorsa, l’intero percorso è stato mappato da diversi ragazzi, sia del paese che della Bassa Valsugana, nell’ambito del progetto «Parlare con il fare» organizzato dal Piano giovani di zona.