Famiglia cooperativa Primiero: «Nessuno resterà a casa»
Dal 9 gennaio dipendenti in ferie o al lavoro nelle filiali
Soltanto ieri sera, durante una riunione convocata dal direttore del punto vendita, ai 42 dipendenti della Famiglia cooperativa di Primiero all’ex Ingros è stato comunicato dove e con quale orario dovranno prendere servizio lunedì. Com’è noto la vicenda è ormai giunta ad punto di non ritorno e con lunedì la sede nello stabile abusivo di viale Piave sarà chiusa.
«Per ora neanche uno dei dipendenti resterà a casa - assicura Francesca Broch, presidente della cooperativa -, almeno per un mese e mezzo, con le ferie 2016, riusciamo a tenere tutti i nostri collaboratori. Poi tutto dipende da quanto tempo ci vorrà per avere un’alternativa». L’ipotesi, già messa in campo, è quella di riaprire la vecchia sede accanto all’attuale, ma l’operazione richiederà non meno di sei mesi e un dispendio economico non indifferente per riadattare il negozio. «L’obiettivo - conferma Broch - è di salvare la stagione estiva, arrivando riorganizzati in tempo per riprendere l’attività a pieno regime».
Nell’immediato una decina di dipendenti smaltiranno le ferie, gli altri saranno suddivisi tra le filiali di Transacqua, Fiera di Primiero, Siror, Tonadico, Sagron Mis e Gosaldo. In particolare sarà il punto vendita di via Risorgimento a Transacqua a diventare la nuova sede di riferimento, applicando anche l’orario continuato in giornate prestabilite. Successivamente arriveranno a scadenza una quindicina di contratti stagionali, in coincidenza con i mesi di minor lavoro.
Intanto, però, l’affittuaria dell’ex sede, Manuela Gobber, che gestisce il mercatino dell’usato, dice di non avere avuto nessun contatto con i vertici della Famiglia cooperativa. «Nulla di ufficiale, so solo quello che riportano i giornali - aggiunge - e ciò mi comporta un po’ di sconforto. Sono 800 metri quadrati, pieni di roba, e trovare un locale simile non è facile».
Sul fronte sindacale è da un anno che i contatti sono in atto su tutti i fronti, ma solo adesso che la chiusura del punto vendita all’Ingros è confermata c’è la possibilità di aprire un tavolo di confronto per un accordo sulla flessibilità a salvaguardia dei posti di lavoro. «Noi abbiamo dato la nostra disponibilità, aspettiamo di avere un interlocutore anche per capire quanto durerà l’emergenza - dice Lamberto Avanzo, segretario generale Fisascat Cisl -; un conto è se si tratta di due o tre settimane, nel qual caso possiamo intervenire semplicemnete con una banca ore, un altro se si tratta di mesi».
Sul caso ieri è tornata anche la Federazione Trentina delle Cooperative che ha pubblicato nella sua newsletter un comunicato in cui esprime forte preoccupazione: «Il provvedimento fa seguito alla decisione del Consiglio di Stato dell’ottobre 2015 che aveva convalidato l’annullamento delle concessioni e licenze commerciali rilasciate dall’allora comune di Transacqua. È trascorso oltre un anno da allora. Nel frattempo il comune è passato da un periodo di commissariamento - in cui il commissario Paola Matonti aveva individuato una possibile strada da seguire -, nuove elezioni comunali e poi l’insediamento della nuova amministrazione comunale. Ma in questo periodo non sembra essere accaduto nulla per la soluzione del “caso” Ingros» afferma la Cooperazione.